Giustizia, il sì al referendum avanti in tutti i sondaggi: fino a 10 punti di vantaggio sul no

Giustizia, il sì al referendum avanti in tutti i sondaggi: fino a 10 punti di vantaggio sul no

Il “Sì” al referendum sulla giustizia parte in vantaggio. La corsa sarà lunga, senza esclusione di colpi e con uno sprint all’ultimo respiro. Ma le prime battute sono a favore della separazione delle carriere. Così dicono i sondaggi. Secondo la rilevazione di Only Numbers pubblicata su La Stampa il 10 novembre, il fronte dei favorevoli supera di dieci punti quello dei contrari: 38,9% contro 28,9%. Si frega le mani il centrodestra: la riforma è uno dei punti qualificanti dell’azione di governo. “Conto che alla fine i punti di distacco siano 20” pronostica il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini.

Le firme

Le firme per la richiesta del referendum sono state depositate la scorsa settimana. Le urne dovrebbero aprirsi nella primavera del 2026. Le opposizioni faranno campagna per il “No”, perché ritengono che il governo voglia il controllo della magistratura. E poi, una bocciatura della consultazione a un anno dalle politiche del 2027 sarebbe un colpo durissimo per Giorgia Meloni. Anche se la presidente del consiglio ha ribadito che non c’è un legame fra l’esito del voto e la durata dell’Esecutivo. Le opposizioni puntano sulla campagna elettorale. “Il primo dato che emerge dal sondaggio – spiega la deputata Valentina D’Orso (M5s) – è che tanti cittadini non hanno ancora le idee chiare ed è comprensibile sia così. Il nostro compito è quello di spiegare loro che qui non c’è in gioco qualche aspetto tecnico legato all’organizzazione della giustizia, ma l’equilibrio tra i poteri dello Stato”.

Il 17,7% degli elettori di opposizione sostiene la riforma

Malgrado l’inevitabile politicizzazione di un tema sulla carta meramente tecnico, non c’è una distinzione netta fra l’appartenenza degli elettori ai due schieramenti e l’intenzione di voto sul referendum. “La frattura tra le forze politiche è chiara, ma non assoluta – scrive su La Stampa la sondaggista Alessandra Ghisleri – Il 78.8% degli elettori dei partiti di maggioranza si dice pronto a confermare la riforma, mentre tra le opposizioni il 60,8% voterebbe per il No. Tuttavia, il 17,7% degli elettori di opposizione sostiene la proposta del governo: un dato che segnala come il tema, pur già connotato politicamente, non sia del tutto impermeabile ai confini tra gli schieramenti”.

Il sondaggio Eumetra

Ma non c’è solo il sonsaggio Onlynimbers. Sul sito sondaggipoliticoelettorali.it ne sono stati pubblicati parecchi e tutti vanno nella stessa direzione. E’ sempre del 10 novembre il sondaggio realizzato da Eumetra MR su referendum e poteri del governo e divulgato da Piazza pulita su La 7: dice che voterà sì alla riforma il 24.50%; il no è al 20,50%; il 45,10% si dice ancora indeciso. Proprio puntando sull’indecisione ancora larga nell’elettorato, c’è chi si dice fiducioso di ribaltare i pronostici. Come il coportavoce dei Verdi e deputato di Avs, Angelo Bonelli: “Anche per la riforma di Renzi si diceva che avrebbero vinto i Sì. Poi abbiamo visto come è andata a finire. La macchina della propaganda di Meloni è scesa pesantemente in campo. L’unica strategia possibile è rimanere nel merito, far capire agli italiani che ci troviamo di fronte ad un inganno firmato Meloni”. Per il presidente onorario del Comitato per il ’No’, Enrico Grosso, “questa campagne referendarie sarà soggetta a grandi spostamenti di consenso perché è giusto si parli nel merito della riforma”. Per il Comitato del Sì, però, “i dati emersi dal sondaggio – ha detto il presidente delle Camere Penali, Francesco Petrelli – dimostrano che gli scopi della riforma sono chiaramente comprensibili anche ai non addetti ai lavori”.

Fonte: Il Sole 24 Ore