Giustizia, oggi Meloni vede le toghe. Anm: sconcerta ipotesi di togliere polizia giudiziaria a pm

Giustizia, oggi Meloni vede le toghe. Anm: sconcerta ipotesi di togliere polizia giudiziaria a pm

L’Associazione nazionale magistrati sarà ricevuta oggi mercoledì 5 marzo (ore 15,30) a palazzo Chigi da Giorgia Meloni per affrontare il tema legato alla riforma della giustizia (provvedimento ora al Senato dopo l’approvazione delle Camere a gennaio) che prevede la separazione delle carriere tra magistrati requirenti e giudicanti (e due distinti organi di autogoverno). Prima la premier vedrà l’Unione delle Camere penali (l’associazione dei penalisti).

Si chiede chiarezza sul togliere polizia giudiziaria ai pm

Potrà essere l’occasione giusta per fare chiarezza sulla presunta intenzione del ministro della Giustizia Carlo Nordio di togliere ai pm la guida della polizia giudiziaria per le inchieste. «Magari è una cosa priva di fondamento – commenta Cesare Parodi, presidente dell’Anm – ma se non fosse così ci preoccuperebbe ancora di più perché dà concretezza a quelli che erano i nostri timori. Ma mi chiedo: gli avvocati che difendono le garanzie dei cittadini su questa prospettiva del ministro, se è vera, non hanno nulla da dire? Va bene a tutti o siamo solo noi ad essere perplessi oppure la classe forense qualche motivo di preoccupazione dovrebbe averlo? Non lo so, ma io mi aspetto che gli avvocati – se la cosa fosse confermata – qualcosa dicano perché il tema non è affatto secondario».

L’ipotesi del Ministro della Giustizia di togliere il controllo dei pm sulla polizia giudiziaria risulterebbe un provvedimento anticostituzionale: «Ho sentito molti colleghi e sono un misto tra stupiti e sconcertati: questa indicazione, così generica, sembrerebbe in palese contrasto con una norma della Costituzione che non è oggetto della riforma ovvero l’articolo 109 la quale dice che l’autorità giudiziaria dispone direttamente della polizia giudiziaria». Così il presidente Cesare Parodi, durante un intervista, ha mostrato il suo timore riguardo l’intenzione del ministro della Giustizia Carlo Nordio di togliere ai pm la guida della polizia giudiziaria per le inchieste. «Se ne parlerò domani con Meloni? Non è un tema previsto ma – spiega – è talmente delicato che mi augurerei un chiarimento, perché tutti i colleghi se lo aspettano. Non era previsto nella riforma e avvalora la nostra tesi sul problema della separazione delle carriere».

Cosa comporta la separazione delle carriere?

La riforma costituzionale sulla separazione delle carriere prevede in primo luogo due Consigli superiori anziché il singolo Csm attuale. Nascerebbero dunque due distinti organi di autogoverno, il Consiglio superiore della magistratura giudicante e il Consiglio superiore della magistratura requirente. Per quanto riguarda la composizione dei due organi, la presidenza di entrambi i Csm sarà attribuita al Presidente della Repubblica, che già oggi presiede quello attualmente esistente.

Per quanto riguarda i membri di diritto dei due organi, faranno parte del Consiglio superiore della magistratura giudicante e del Consiglio superiore della magistratura requirente, rispettivamente, il primo Presidente della Corte di Cassazione e il Procuratore generale della Corte di Cassazione. Gli altri componenti di entrambi i Consigli saranno invece estratti a sorte: per un terzo da un elenco di professori e avvocati compilato dal Parlamento in seduta comune e per i restanti due terzi, rispettivamente, tra i magistrati giudicanti e tra i magistrati requirenti.

Fonte: Il Sole 24 Ore