
Goldman Sachs: «Deficit dell’Italia sotto il 3% dal 2026, c’è il nodo pensioni»
Gli spread sovrani italiani hanno raggiunto il livello più basso degli ultimi 15 anni, beneficiando della crescente domanda da parte degli investitori stranieri e, più recentemente, dei gruppi finanziari nazionali. Parte da qui l’analisi sull’Italia di Filippo Taddei, Senior european economist di Goldman Sachs che rileva come dall’inizio della pandemia, l’economia italiana è cresciuta in linea con la media dell’area euro, ma “l’orientamento fiscale relativamente cauto è stato fondamentale per ancorare le aspettative degli investitori”.
Il deficit scenderà sotto il 3%
La banca d’investimento americana prevede quindi che “il disavanzo fiscale continuerà a diminuire al di sotto del 3% del Pil a partire dal 2026”. Tre sono i nodi da affrontare nel Piano strutturale di bilancio a medio termine e il budget 2026. In primo luogo, il governo deve chiarire con quale rapidità intende aumentare la spesa per la difesa per rispettare l’impegno Nato. In secondo luogo, l’esecutivo sta cercando di ridurre l’imposta sul reddito per i lavoratori con reddito medio, compensando tale riduzione con un aumento temporaneo delle imposte sulle banche e sui riacquisti di azioni proprie. In terzo luogo, il governo punta a ridurre i flussi migratori e sta valutando la possibilità di limitare l’adeguamento automatico dell’età pensionabile all’aumento dell’aspettativa di vita.
Spesa per la difesa e adeguamenti fiscali
Nell’analisi di Goldman Sachs “l’aumento della spesa per la difesa e gli adeguamenti fiscali non dovrebbero compromettere la traiettoria fiscale italiana, che attualmente appare incoraggiante. Tuttavia, le nostre simulazioni suggeriscono che la riduzione della migrazione netta o il congelamento dell’età pensionabile legale potrebbero compromettere la stabilizzazione del debito a partire dal 2027.
Modifiche marginali ai requisiti pensionistici
Pertanto, prevediamo che il governo modificherà solo marginalmente i requisiti pensionistici poiché la struttura demografica dell’Italia è già la più complessa nell’Emu4 (Francia, Italia, Germani e Spagna) e il Fondo europeo per la ripresa fornirà un ampio sostegno nei prossimi 15 mesi. Data la bassa crescita della produttività in Italia, riteniamo che il sostegno del programma europeo per l’intensificazione del capitale e le riforme strutturali rappresentino la strada più promettente per la stabilizzazione del debito”, conclude Taddei.
Fonte: Il Sole 24 Ore