Google, Apple, Amazon & co. Ecco quali sono gli over the top finiti nel mirino

I re del web non si pretendano «legibus soluti», al di sopra della legge. Il monito arriva dal Colle mentre sembra stringersi una morsa intorno ai cosiddetti over the top, le mega-piattaforme digitali come Google o Facebook. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dall’assemblea di Confindustria ha invitato a rifiutare «spinte di ingiustificate egemonie delle istituzioni nella gestione delle regole o, all’opposto, di pseudo-assolutismo imprenditoriale, magari veicolato dai nuovi giganti».

Il Digital market act

Colossi per i quali qualcosa sta cambiando. Alphabet (Google), Amazon, Apple, Meta (Facebook), Bytedance (Tiktok) e Microsoft hanno sei mesi di tempo per adattarsi alle nuove regole poste dall’Unione europea per evitare gli abusi di posizione dominante prima che si verifichino. È il Digital market act, forte di sanzioni fino al 10% del fatturato globale o del 20% per i recidivi. Oltreoceano, intanto, è in corso il più grande processo Antitrust degli ultimi 25 anni, tra il dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti e Google, accusata di abusare del monopolio nella ricerca sul web. E grane sono in arrivo anche per Amazon, con la Federal Trade Commission, che si appresta a presentare un’azione contro di lei nelle prossime settimane.

Delega fiscale verso iter parlamentare

Dalla concorrenza al fisco, dagli Stati Uniti al Vecchio continente, il vento sembra cambiare anche per quanto riguarda le tasse, dopo l’accordo all’Ocse e la direttiva Ue affinché le multinazionali paghino un’imposta effettiva di almeno il 15%. In Italia, questa aliquota minima – ben al di sopra di quanto spesso versano le piattaforme digitali – sarà introdotta dal primo decreto attuativo della delega fiscale che sta per iniziare il suo iter parlamentare.

Bonomi: servono regole comuni di Ue e Usa

Sul tema è intervenuto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, dicendo che ci sono voluti oltre 15 anni per l’intesa sulla Minimum global tax, e non si può aspettare altrettanto per un comune approccio regolatorio agli algoritmi informativi. Europa e Stati Uniti starebbero facendo un «grande errore» a procedere separatamente e sarebbero in gioco «la libertà dell’informazione e la democrazia». Parole decise sono arrivate anche dal presidente dell’Antitrust, Roberto Rustichelli: «L’emersione di poteri nuovi e dalle sembianze inediti, come le grandi piattaforme digitali, – ha dichiarato a un convegno – non soltanto minaccia i mercati e le libertà dei singoli, ma lambisce le strutture portanti dei nostri sistemi democratici, interferendo con il loro funzionamento».

Fonte: Il Sole 24 Ore