Gran Bretagna tra post Brexit, guerra e inflazione: per la BoE scenario «apocalittico»

Lo scenario è «apocalittico»: parola del governatore della Banca d’Inghilterra, Andrew Bailey, che non è propenso all’iperbole. La scelta del termine indica che la situazione è grave. La crescita lenta abbinata a inflazione elevata stringe la Gran Bretagna nella morsa della stagflazione, ma il rischio concreto è che questa degeneri in una recessione in piena regola.

Crolla fiducia dei consumatori

L’ultimo in una serie di dati negativi, rilasciato venerdì 20 maggio, mostra che la fiducia dei consumatori britannici in maggio è crollata ai minimi da quasi 50 anni, toccando -40, il livello più basso mai registrato. Nel 2008, nel pieno della grande crisi, era sceso a -39.

Secondo Joe Staton, direttore di GfK, la società che ogni mese conduce il sondaggio, «la fiducia dei consumatori ora è più debole che nei giorni più bui della crisi finanziaria globale, di Brexit o della chiusura totale dovuta alla pandemia».

Inflazione al 9% in aprile

Il dato è preoccupante per un’economia basata sui consumi come quella britannica, ma era atteso dopo l’impennata dei prezzi e il brusco aumento del costo della vita negli ultimi mesi. L’inflazione è salita al 9% in aprile, toccando i massimi dal 1982, quando Margaret Thatcher era primo ministro. La previsione della stessa BoE è che superi il 10% in autunno, accelerando ai ritmi più rapidi del G-7.

La causa più evidente dell’aumento dell’inflazione è l’incremento dei prezzi dell’energia in seguito alla guerra in Ucraina e la decisione di Ofgem, l’ente regolatore, di rimuovere il tetto imposto al costo di elettricità e gas, che ha fatto salire i costi delle bollette del 54% in aprile, con un ulteriore aumento del 40% previsto in ottobre.

Fonte: Il Sole 24 Ore