
Grazie agli stranieri record di presenze negli hotel nel 2024
È l’immagine di una industria che cambia pelle, sa evolversi in funzione della domanda e riesce a segnare record su record. Nel 2024 in Italia le presenze in hotel sono state 283,5 milioni, con un +3% sul 2023 e una crescita di nove decimi di punti rispetto al 2019, l’anno record per il settore prima del Covid. Gli arrivi hanno superato gli 89 milioni con una permanenza media di 3,2 giorni. Analizzando meglio questo dato emerge la decisa crescita degli arrivi dall’estero con un +7,1% sul 2023 e il +6,1% sul 2019. Inflazione, perdita del potere d’acquisto, geopolitica fanno invece calare la quota di presenze italiane che arretrano del 1,2% sul 2023 e del -4,2% sul 2019. Inoltre nel primo trimestre 2025 le presenze alberghiere hanno sfiorato i 44,5 milioni con un calo del -1,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Questi alcuni dati, elaborati da Federalberghi e Tecnè, presentati da Bernabò Bocca, presidente dell’Associazione nella prima giornata della 75esima assemblea nazionale che si svolge a Merano.
Emerge un leggero calo degli arrivi negli hotel rispetto al 2019 ma il numero dei pernottamenti è in aumento, segno di una clientela, in particolare quella straniera, che soggiorna in media di più. Nel 2024 la spesa dei turisti stranieri in Italia è stata di 54,2 miliardi, con un +4,9% rispetto al 2023. In parallelo, è stato rilevato un aumento del numero di viaggiatori stranieri alla frontiera (+3,4%) passati da 85,7 a 88,6 milioni e una diminuzione dei pernottamenti (-1,0%). Nel primo bimestre 2025 la spesa di chi proviene da oltreconfine è stata di 5,5 miliardi: in aumento del 6,2% rispetto ai 5,2 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno. Infatti i turisti in arrivo dall’estero nel primo bimestre 2025, hanno speso 5,5 miliardi, +6,2% rispetto l’analogo periodo dell’anno scorso.
L’offerta conta 32.194 alberghi che dispongono di oltre un milione di camere e circa 2,3 milioni di posti letto. Una offerta che negli anni continua lungo il percorso di crescita qualitativa. Gli investimenti sulle strutture puntano alla realizzazione di hotel a 4 e 5 stelle: nel 2000 rappresentavano l’8,5% dell’offerta alberghiera, nel 2023 hanno raggiunto il 22%. I 3 stelle e le residenze turistico alberghiere hanno conquistato la vetta come categoria più rappresentativa passando dal 42,2% al 55,2%.
«Siamo di fronte ad uno scenario che invita a fare grandi cose – continua Bernabò Bocca –. Dopo gli anni della pandemia che hanno colpito duramente il settore, si è tornati ai livelli pre-covid. Il settore si conferma come una infrastruttura economica fondamentale per il Paese. I nostri concittadini stanno dimostrando di prediligere le strutture alberghiere, in particolare quelle votate alla sostenibilità. L’auspicio è che possano rappresentare una massa critica sempre maggiore. Posso dire con orgoglio che l’ospitalità italiana sposa la modernità: ci siamo adeguati velocemente alle tendenze in atto, senza dare nulla per scontato e lavorando sulla qualità dell’offerta, riqualificando le nostre strutture secondo i canoni dell’era green». La sostenibilità è diventata un fattore che guida la scelta degli italiani quando devono andare in vacanza: il 12,7% preferisce una struttura certificata e il 38,8% predilige hotel che adottano pratiche sostenibili. Lo stesso per il ruolo dei social che influenzano la scelta della località dove passare le vacanze: un italiano su due si dice molto o abbastanza influenzato. Analogamente circa il 75% guarda le recensioni prima di scegliere la destinazione.
«Oggi chi sceglie l’hotel cerca un’emozione, un’esperienza, non più semplicemente un luogo dove soggiornare – aggiunge il presidente di Federalberghi –. Noi siamo chiamati a dare fondo alla nostra inventiva ed alla nostra capacità imprenditoriale per rispondere in tempo reale ad un turismo che cambia. Dalla nostra indagine, si evince quanto i social siano diventati determinanti nella scelta della destinazione di viaggio. A questa tendenza va data un’attenzione speciale, fornendo risposte di grande competenza e puntando alla formazione di figure professionali specializzate. Malgrado i buoni risultati, non si può lavorare in solitaria. Nel nostro comparto conta moltissimo fare rete ma anche avere i supporti necessari affinché l’offerta possa essere attrattiva fino in fondo. Sotto questo profilo – ha concluso Bocca – siamo ancora carenti in termini di infrastrutture: il turismo vive e si esprime sul territorio. Non si possono fare miracoli se non si è agevolati nella raggiungibilità di una destinazione. Auspico che su questo tema si facciano veloci e risolutivi passi in avanti».
Fonte: Il Sole 24 Ore