Gruppo armato palestinese a Khan Yunis: «Accogliamo chi è contro Hamas». Trump: ritorneremo con i nostri soldati in Afghanistan

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Sindaco di New York vedrà Netanyahu, «Nessun mandato di arresto»

Il presidente Usa Donald Trump ha detto che sta lavorando per ristabilire la presenza statunitense nella base aerea di Bagram in Afghanistan. Ciò avviene quattro anni dopo che il caotico ritiro americano dal Paese ha lasciato la base nelle mani dei talebani. Trump ha lanciato l’idea durante una conferenza stampa giovedì con il primo ministro britannico Keir Starmer, al termine di una visita di Stato nel Regno Unito. Il presidente repubblicano ha collegato l’idea alla necessità per gli Stati Uniti di contrastare il suo principale rivale, la Cina, affermando che la base è vicina “al luogo in cui la Cina produce le sue armi nucleari”. L’amministrazione Trump non ha dichiarato se sia stata pianificata una possibile ripresa della base, che è stata fondamentale nella guerra più lunga degli Stati Uniti.

L’Iran ha deciso all’ultimo minuto di ritirare una risoluzione che proibisce gli attacchi agli impianti nucleari, presentata insieme a Cina, Russia e altri paesi per essere sottoposta al voto prima della riunione annuale dei membri dell’organismo di controllo nucleare delle Nazioni Unite. Lo riportano i media internazionali, citando fonti diplomatiche occidentali. Secondo tali fonti, gli Stati Uniti hanno esercitato forti pressioni dietro le quinte per impedire l’adozione della risoluzione: Washington avrebbe sollevato la possibilità di ridurre i finanziamenti all’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) se la risoluzione fosse stata adottata e se l’organismo si fosse mosso per limitare i diritti di Israele all’interno dell’agenzia. Il ritiro della risoluzione arriva mentre gli alleati degli Stati Uniti hanno avviato il processo di reintroduzione delle sanzioni Onu all’Iran per il suo programma nucleare. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite voterà proprio oggi in tal senso.

Il sindaco di New York Eric Adams ha dichiarato che incontrerà Benjamin Netanyahu durante la visita del premier israeliano a New York per l’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Lo riportano i media dello Stato ebraico. Durante una conferenza stampa sulla sicurezza dell’evento Onu che inizierà la prossima settimana, al sindaco è stato chiesto se la polizia di New York stia “preparando mandati di arresto” per capi di Stato stranieri. “Ne incontrerò diversi e non vedo l’ora di incontrare anche Netanyahu quando arriverà in città: sarà accolto come gli altri dignitari”, ha dichiarato Adams sottolineando che “c’è una cosa chiamata immunità diplomatica”. Il candidato sindaco Zohran Mamdani ha dichiarato da parte sua che da eletto farebbe arrestare Netanyahu in base al mandato di cattura emesso dalla Corte penale internazionale (Cpi) nei suoi confronti, sebbene il sindaco di New York non abbia l’autorità per farlo visto che la Cpi non ha giurisdizione negli Stati Uniti e la legge federale impedisce alle entità Usa di collaborare con la Corte penale internazionale.

Fonte: Il Sole 24 Ore