
Guardia costiera «custode digitale» del mare: al via lo scambio di dati per difesa e sicurezza
Entra nel vivo il ruolo di “custode digitale del mare” del Comando generale della Guardia costiera, autorità nazionale competente per la gestione del Vessel Traffic Monitoring Information System (Vtmis). Chiamata ora al compito di scambiare dati e informazioni con tutte le amministrazioni impegnate nella difesa, nella sicurezza e nel soccorso pubblico attraverso soluzioni tecnologiche all’avanguardia.
Il primo vertice tra le amministrazioni
Oggi si è tenuta la prima riunione di coordinamento tra i diversi enti coinvolti dal decreto 11 marzo 2025, con cui l’Italia, in attuazione della direttiva 2002/59/Ce (recepita con il Dlgs 196/2005), ha disciplinato l’istituzione del sistema comunitario di monitoraggio e informazione sul traffico navale. Obiettivo: accrescere la sicurezza ed efficienza della navigazione, della salvaguardia della vita umana in mare e della tutela dell’ambiente marino e costiero attraverso un sempre più fitto scambio di informazioni e dati. Presenti al tavolo con la Guardia costiera il ministero dell’Interno – Polizia delle Frontiere, il dicastero della Difesa, la Guardia di finanza, l’Agenzia delle Dogane, Istat e Federagenti.
Definite le modalità tecniche per lo scambio dei dati
L’articolo 9 del Dlgs aveva previsto che il Comando generale delle Capitanerie di porto – Guardia costiera dovesse rendere disponibili agli organi preposti alla difesa nazionale, alla sorveglianza marittima, alla sicurezza pubblica, alla difesa civile e al soccorso pubblico, i dati sul traffico navale, quando avessero attinenza con le differenti materie, secondo modalità tecniche fissate in appositi decreti interministeriali. Il decreto di marzo si è appunto incaricato finalmente di definirle, prevedendo che l’interconnessione e interoperabilità tra il Vtmis e i sistemi nella disponibilità degli organi preposti debba garantire uno scambio digitale dei dati, da realizzarsi attraverso accordi di cooperazione tra le amministrazioni interessate. L’avvio del coordinamento tecnico-operativo tra i soggetti coinvolti punta, dunque, a definire standard comuni, protocolli di interoperabilità e tracciabilità dei dati in ottica di sicurezza e semplificazione.
Interoperabilità secondo le migliori soluzioni tecnologiche
L’interoperabilità dovrà essere adeguata alle migliori soluzioni tecnologiche, in linea con le circolari Agid e con i criteri imposti in alcuni ambiti da altre norme europee, come il regolamento 2019/1239 che ha istituito la European Maritime Single Window environment, evoluzione europea del Port Management Information System che oggi gestisce tutte le informazioni che devono essere scambiate all’arrivo, sosta e partenza delle navi dai porti nazionali e ricompreso nella piattaforma Vtmis .
Reingegnerizzata la piattaforma per arrivi e partenze
Per aderire al regolamento europeo 2019/1239 il Comando generale delle Capitanerie di porto – Guardia costiera, individuato quale autorità nazionale competente Emswe, ha reingegnerizzato la propria piattaforma Port Management Information System e avviato con le amministrazioni interessate alle formalità di arrivo e partenza delle navi tavoli permanenti e un Comitato di coordinamento nazionale per consentire che le soluzioni tecnologiche adottate siano rispondenti ai requisiti europei mantenendo l’efficienza dei flussi di informazioni.
Fonte: Il Sole 24 Ore