Guerra nella Striscia, prosegue operazione a Gaza City. Lunedì la conferenza per riconoscimento Stato palestinese
“Data l’estrema urgenza della situazione a Gaza e nei Territori palestinesi, ho ribadito al presidente palestinese la mia intenzione di riconoscere lo Stato di Palestina lunedì a New York”, ha dichiarato Macron dopo un colloquio con Mahmoud Abbas, aggiungendo che il riconoscimento “fa parte di un piano di pace globale per la regione, volto a soddisfare le aspirazioni di sicurezza e pace sia degli israeliani che dei palestinesi”. Macron ha anche parlato con l’erede al trono saudita, Mohammed bin Salman, sottolineando che la conferenza sulla soluzione dei due Stati “deve consentirci di compiere un ulteriore passo avanti nella mobilitazione della comunità internazionale”. Il Regno Unito è un altro ’big’ che si accinge ad annunciare il riconoscimento della Palestina. Tale riconoscimento deve essere inteso in un contesto di “un piano di pace” e della soluzione dei due Stati, ha chiarito giovedì scorso il primo ministro britannico Keir Starmer durante una conferenza stampa congiunta con Donald Trump, dicendosi “assolutamente d’accordo sulla necessità della pace e di una roadmap perché la situazione a Gaza è intollerabile”.
Secondo diplomatici europei citati da Politico, l’iniziativa riflette le crescenti pressioni delle opinioni pubbliche interne su governi che intendono reagire all’inasprimento delle operazioni israeliane a Gaza, dove la situazione umanitaria è sempre più grave. Israele respinge le accuse di carestia e ribadisce la necessità di sconfiggere militarmente Hamas. La mossa, concordano diversi osservatori, segna inoltre una frattura con gli Stati Uniti, principale alleato di Israele. L’Amministrazione Trump, infatti, ha definito l’iniziativa “simbolica e controproducente”, avvertendo – nella persona del segretario di Stato, Marco Rubio – che “rischia di incoraggiare Hamas, di complicare la situazione sul terreno e di rafforzare le frange più estremiste in Israele”. Anche il ministero degli Esteri di Tel Aviv ha criticato la decisione, definendola “un premio al terrorismo e una provocazione contro chi combatte Hamas” e sostenendo che “qualsiasi riconoscimento unilaterale mina le possibilità di una pace duratura”.
Al contrario, l’Autorità nazionale palestinese (Anp) ha accolto favorevolmente la mossa, considerandola “un passo storico verso il riconoscimento internazionale e la pace”, con il leader palestinese Abbas che interverrà in video-collegamento all’Assemblea Generale poiché gli Stati Uniti non gli hanno concesso il visto per partecipare di persona. Altri Paesi europei, tra cui Germania e Italia, hanno invece annunciato che non riconosceranno la Palestina la prossima settimana. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha precisato che Roma è “ultra favorevole al riconoscimento dello Stato palestinese, il fatto è che non c’è. Lo Stato palestinese è diviso in due: da una parte c’è la Cisgiordania, governata dall’Anp, che è una forza moderata, che aveva vinto le elezioni, dall’altra parte, a Gaza, c’è Hamas, che è un’organizzazione terroristica. Noi non riconosceremo mai uno Stato che è governato dai terroristi, perché significa legittimare il terrorismo, indipendentemente dalle responsabilità che ha Israele su Gaza”.
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Fonte: Il Sole 24 Ore