
guida strategica per l’adozione dell’IA
Viviamo un’epoca di transizioni profonde, connotata da fragilità, non-linearità dei processi e da una “incomprensibilità” crescente. Le organizzazioni si trovano ad affrontare sfide sempre più complesse, tecnologiche, ambientali e sociali. Sfide che non possono essere affrontate con gli strumenti del passato, ma richiedono nuove competenze, nuovi approcci, nuove forme di leadership.
In questo scenario emergono figure chiave, come i manager per la transizione digitale. Leader capaci non solo di gestire il cambiamento, ma di trasformarlo in motore per generare valore. Persone che guidano le imprese in un presente che deve essere più innovativo, più sostenibile e più responsabile.
Il manager per la transizione digitale assume oggi un ruolo centrale. È colui che guida l’integrazione di tecnologie avanzate – come l’intelligenza artificiale, il cloud, l’automazione – all’interno dei processi aziendali. Ma questa transizione non è solo tecnica, è, prima di tutto, culturale. Introdurre l’IA, per esempio, non significa solo adottare strumenti nuovi: significa anche ripensare i processi decisionali, il rapporto con i dati, il ruolo delle persone, gli spazi di delega, le gerarchie. Con l’introduzione dell’AI Act, il primo regolamento europeo sull’intelligenza artificiale, questa figura assume un ruolo ancora più critico perché le soluzioni adottate devono anche rispondere a criteri di affidabilità, trasparenza e conformità, integrate in un quadro etico che tuteli le persone e le organizzazioni. Perché innovare non basta, bisogna farlo con responsabilità.
L’intelligenza artificiale, in particolare, sta trasformando radicalmente il modo in cui lavoriamo, prendiamo decisioni e costruiamo valore e non va considerata solo uno strumento, ma un vero e proprio partner strategico e motore di cambiamento. Per sfruttarne davvero il potenziale, però, è fondamentale che il management sia consapevole e preparato a governare questa evoluzione, piuttosto che subirla passivamente.
Per questo, nelle imprese è sempre più urgente avviare un percorso di adozione dell’IA che sia strutturato e strategico. Un percorso che non può prescindere da un modello organizzativo skill-based: un’organizzazione centrata non più sui ruoli formali, ma sulle competenze reali. In questo nuovo paradigma, il valore di una persona non è definito dal titolo che porta, ma dalle sue competenze, dal suo contributo concreto, dalla sua capacità di adattarsi e innovare.
Fonte: Il Sole 24 Ore