Hera e A2A, più investimenti per aumentare la resilienza delle reti

Hera e A2A, più investimenti per aumentare la resilienza delle reti

Mentre purtroppo l’aumento della domanda di elettricità per il raffrescamento e il surriscaldamento dei cavi elettrici interrati delle reti in bassa e media tensione stanno causando blackout a macchia d’olio in varie zone d’Italia (55,85 GWh di richiesta elettrica toccati l’1/7/2025), le società che gestiscono le reti energetiche nel nostro Paese cercano di correre ai ripari con sempre maggiori investimenti nell’ammodernamento delle reti e nella transizione green.

L’andamento

Fra i principali operatori italiani del settore ci sono A2A ed Hera. Il gruppo lombardo, nel primo trimestre 2025, ha visto salire i ricavi del 16% a 3.968 milioni grazie al consolidamento di Duereti (acquisita da Enel a fine 2024), ma anche all’aumento dei prezzi unitari nei comparti Retail e Teleriscaldamento. L’ebitda, l’ebit e l’utile netto sono però diminuiti rispettivamente del 4% a 675 milioni, dell’11% a 415 milioni e del 13% a 257 milioni, per effetto della minore idraulicità del periodo, nonché dell’incremento degli ammortamenti e degli oneri finanziari legati agli investimenti effettuati (oltre all’acquisizione di Duereti). Hera, da parte sua, al 31/3/2025 ha visto balzare i ricavi del 28,3% a 4.321,3 milioni per la crescita dei prezzi delle commodities energetiche e l’aumento del 20% nel numero dei clienti Energy, oltre all’incremento del fatturato delle aree Ambiente e Illuminazione Pubblica.

I numeri di bilancio

L’Ebitda si è attestato a 418 milioni (+0,2%), l’Ebit a 247,2 milioni (+0,5%) e l’utile netto, grazie a una minore incidenza degli oneri finanziari, a 153,7 milioni (+7,4%). Sia A2A che Hera hanno evidenziato costi per materie prime e materiali in aumento più che proporzionale rispetto ai ricavi (rispettivamente +22% a 2.979 milioni e +47,4% a 2.714,5 milioni). Per l’esercizio in corso A2A stima di raggiungere un ebitda fra 2,17 e 2,2 miliardi e un utile netto ordinario (non considerando le poste non ricorrenti) fra 0,68 e 0,7 miliardi. Il Piano Strategico 2024 – 2035 di A2A, recentemente aggiornato, prevede di raggiungere nel 2027 un ebitda di 2,4 miliardi e nel 2035 di 3,3 miliardi, e un utile netto ordinario rispettivamente pari a 0,7 e oltre 1 miliardo. Hera, nel Piano industriale al 2028, ritiene di raggiungere a fine Piano un ebitda di 1,7 miliardi, un ebit di 911 milioni e un utile per azione di 34 euro.

Fonte: Il Sole 24 Ore