I 190 anni del Grand Hotel Excelsior Vittoria, fra bellezza e musica sul Golfo di Sorrento

«Là dove il mare luccica e tira forte il vento, su una vecchia terrazza davanti al Golfo di Surriento»… È irresistibile canticchiare le note di “Caruso” guardando il Vesuvio e il Golfo di Napoli dal Grand Hotel Excelsior Vittoria. E non è un caso, perché proprio lì Lucio Dalla compose i versi dedicati a uno dei più grandi tenori di tutti i tempi, che spesso soggiornava nel cinque stelle più elegante di Sorrento. Nell’hotel c’è ancora la sua stanza, più o meno uguale, con gli stessi mobili, la stessa disposizione e le foto autografate. Una stanza museo.

I signori Fiorentino, proprietari dell’hotel, avevano parlato del loro affezionato cliente Enrico Caruso a Dalla quando il cantautore, costretto da un guasto alla barca, dovette soggiornare qualche giorno, anche lui, al grand hotel. Nel 1986 quel racconto accorato divenne un successo mondiale, con 38 milioni di dischi venduti e tra Dalla e i Fiorentino nacque una duratura amicizia. Infatti, sopra alla suite di Caruso, ora c’è anche quella di Dalla con il pianoforte, i suoi 33 giri, le sue foto. E c’è anche quella di Pavarotti, con letto a baldacchino e, sulla cassettiera antica con gli intarsi sorrentini, le fotografie e le caricature di Luciano regalate dalla vedova Nicoletta Mantovani. Poi, si sa come vanno le cose, i musicisti si parlano, si scambiano consigli e di fatto la nomea dell’Excelsior Vittoria si è intrecciata con quella della musica.

Di storie se ne potrebbero raccontare molte altre in un albergo come quello dei Fiorentino, che lo gestiscono e lo curano amorevolmente da sei generazioni e 190 anni. Quest’anno, appunto, segna un anniversario importante, occasione per rimetterlo in ghingheri per le feste di compleanno con i cantanti pop, i dj, le ballerine e i lirici del teatro San Carlo e celebrità del jazz, della musica e della sceneggiata napoletana.

Per chi entra nulla sembra cambiato, nemmeno nelle camere appena ristrutturate. La suite del primo piano sembra essere lì da sempre nel suo stile retrò, e invece è completamente rinnovata: c’è un sistema di aria condizionata di ultima generazione nascosto sotto gli stucchi del soffitto, ma i broccati, i velluti, le maioliche dipinte a mano, i comò sono quelli di una volta o rifatti tali e quali.

«Tanti anni fa uno zio volle ristrutturare l’albergo, farlo moderno. Un disastro dal punto di vista estetico – racconta Guido Fiorentino che gestisce l’albergo con la moglie Ornella e i figli Luca e Peter, 29 e quasi 25 anni -. Per fortuna conservò i mobili in un deposito dal quale li abbiamo pian piano tirati fuori, ristrutturati e ricollocati». I Fiorentino hanno una passione tale per le cose di una volta che quando comprano le sete da Rubelli ordinano interi stock per poterli avere anche in futuro. Conservare è la scelta corretta in una casa storica con il giardino d’inverno protetto da esili vetrate, i soffitti a volta affrescati, gli scaloni d’onore con le statue, le maioliche dipinte a mano, le deliziose maniglie in bronzo a forma di conchiglia. Eppure tutto è fresco e comodo, le prese elettriche, i bagni in marmo, le docce ampie e con getti potenti, gli iPad per accedere autonomamente ai servizi.

Fonte: Il Sole 24 Ore