
I bambini e la possibilità della pace
«Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». Le parole del Vangelo di Marco, che abbiamo letto e commentato alla vigilia della Giornata Mondiale dei Bambini, sorpresi dalla provvidenziale coincidenza, non potevano introdurre meglio la grande adunata di bambini alla Stadio Olimpico di Roma. Non ci sono parole migliori per commentare le immagini dell’evento trasmesse in mondovisione. Immagini destinate a entrare non solo nella storia del cristianesimo, ma nella storia tout court. Immagini con un chiaro significato profetico. Per certi versi, vengono in mente le grandi adunate di Papa Giovanni Paolo II. Ma la gioventù ora è rappresentata dai bambini. I bambini sono la nuova gioventù di Papa Francesco. A loro, alla purezza dei loro sentimenti, alla loro domanda di futuro e di pace è affidato l’arduo compito di scuotere il nichilistico mondo degli adulti, rassegnato all’idea di una guerra permanente, di una devastazione della “Casa comune” e di una crescente ingiustizia sociale.
L’atmosfera di festa e di gioia all’Olimpico ha plasticamente reso l’idea del tema della prima giornata: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose» (Ap. 21, 5). Le luminose parole di Cristo annunciano una nuova stagione, «un cielo nuovo e una terra nuova» (Ap. 21,1), Come ha suggerito il Cardinal Tolentino de Mendonça – prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, ente che organizza l’evento – si tratta di mettersi in ascolto del Vangelo che «freme» nei più piccoli, nella stagione iniziale della vita. Il Vangelo dei bambini e delle bambine. Tra i meriti straordinari di Papa Francesco c’è sicuramente quello di aver messo messo in moto dei processi reali, che dalla riforma della Chiesa entrano sempre più nel corpo della società civile. La Giornata mondiale dei bambini fa pienamente parte di questa visione. Un controcanto di speranza rispetto a un mondo che si disgrega. Il Papa ci invita non solo a prestare ascolto ai bambini ma si spinge oltre: ci chiede di imparare dai bambini. E’ un ribaltamento di paradigma, in cui i più piccoli possono trovare degli alleati nei loro nonni, gli altri protagonisti della giornata. Tutt’altro che anziani dimenticati, è in loro, nella tenerezza e nell’amore verso i nipoti, che Papa Francesco individua la visione di un futuro che si radica nella memoria delle generazioni passate. I bambini che abbiamo visto ieri sono la speranza dell’umanità. La semplicità del loro cuore è un dono di Dio e, per chi sappia accoglierlo, la possibilità della pace.
Fonte: Il Sole 24 Ore