
I colori del Collio Friuliano lungo gli itinerari della Grande Guerra
Il territorio del Collio si scopre a ritmo lento, con esperienze autentiche che uniscono vino, natura e memoria.
Vigneti ordinati e verdeggianti, simbolo dell’armonia fra natura e opera dell’uomo, ricoprono le dolci colline del Collio, in Friuli Venezia Giulia. Questo affascinante territorio, che si estende dalle Alpi Giulie sino al mar Adriatico, è tra le zone più vocate alla viticoltura dell’intera regione. Una terra di confine, dove si intrecciano culture e tradizioni, e dove un particolare tipo di terreno – detto ponca e composto da marna e arenaria – ha segnato in modi opposti il destino di questi luoghi. Da una parte dona mineralità e identità ai rinomati vini della DOC Collio, mentre durante il primo conflitto mondiale servì a scavare trincee, diventando teatro di violenti combattimenti che hanno scritto le pagine della storia. Con l’arrivo dell’autunno il Collio è una meta ideale da esplorare con lentezza: tra cantine che raccontano la passione per il vino e itinerari nella memoria della Grande Guerra.
Visita ai luoghi della memoria del primo conflitto mondiale
Sono numerosi gli itinerari denominati della Grande Guerra che attraversano il Friuli Venezia Giulia tra monumenti, musei e paesaggi. Visitare questi luoghi significa immergersi nella memoria di un passato che ha segnato profondamente il territorio. Qui, lungo il corso del fiume Isonzo, si combatterono alcune delle battaglie più violente della Prima guerra mondiale. Una prima tappa può essere il museo della Grande Guerra a Gorizia, che in dieci sale tematiche ripercorre la vita al fronte dei soldati italiani e austroungarici e il dramma vissuto dalla popolazione civile. Spostandosi poco fuori città si trova l’Ossario di Oslavia, un complesso funebre costruito nel 1938, che custodisce le spoglie di 57 mila soldati caduti nelle tragiche battaglie della zona. Sul Monte Calvario, situato sulle alture di Gorizia, tre monumenti commemorano chi combatté: l’obelisco, le tre croci e il cippo dedicato ai volontari giuliani. Poco distante si trova l’imponente Sacrario Militare di Redipuglia, il più grande sacrario militare italiano custodisce le salme di 100.187 caduti. Un’altra tappa è a Sagrado con il museo del monte San Michele: grazie a tecnologie e contenuti multimediali, ricostruzioni storiche, offre al visitatore un’esperienza immersiva in alcuni degli avvenimenti della Prima guerra mondiale.
Tra vigne, degustazioni e panorami d’autunno
Con il poetico passaggio dall’uva al vino, il Collio rivela tutta la sua anima: quella di una terra operosa, dove il lavoro dei viticoltori scandisce il ritmo delle stagioni e la vendemmia diventa un rito collettivo. Un territorio dove si produce la DOC Collio, riconosciuta dal 1968; tra i vitigni autoctoni con predominanza di produzione di vini bianchi come Collio Bianco, Friulano, Malvasia, Picolit, Ribolla Gialla e vitigni internazionali da cui si producono vini come ad esempio Chardonnay, Pinot Grigio, Pinot Bianco, Sauvignon. Un mosaico di colline vocate alla viticoltura, dove ogni cantina testimonia un racconto di famiglia, passione e lavoro e numerose sono le aziende che, durante l’anno, aprono le porte ai visitatori per tour e degustazioni su prenotazione. Un’occasione per vivere il Collio in questo speciale periodo di vendemmia dalle diverse manifestazioni che si organizzano in questo periodo. Tra le cantine da visitare ci sono ad esempio Graunar a San Floriano del Collio e Borgo Conventi a Farra d’Isonzo. Quest’ultima, della famiglia Moretti Polegato, produce vini sia nel territorio collinare della DOC Collio, sia nella pianura alluvionale della DOC Isonzo, durante tutto l’anno la Tenuta di Borgo Conventi dà la possibilità di usufruire di Palestra in vigna, un percorso benessere, libero e gratuito dedicato alla comunità, con attrezzi per allenarsi all’aria aperta fra i vigneti dell’azienda, correre o passeggiare immersi nella natura. Tra le esperienze nel paesaggio del Collio si segnala anche il Percorso delle Panchine Arancioni ad Oslavia, un itinerario da fare a piedi in autonomia e adatto a tutti (circa 4-5 ore per completarlo): sette panchine simboliche, una per ogni cantina appartenente all’Associazione Apro (Ribolla di Oslavia).
Fonte: Il Sole 24 Ore