I commercialisti: bene il taglio Irpef. Per le imprese agevolazioni strutturali

I commercialisti: bene il taglio Irpef. Per le imprese agevolazioni strutturali

I commercialisti promuovono le misure della manovra 2026 che si prepara a iniziare il suo percorso di approvazione parlamentare. Dal palco del Congresso nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili, iniziato ieri a Genova presso i Magazzini del cotone, arriva il giudizio sostanzialmente positivo del presidente della categoria Elbano de Nuccio.

L’intervento del Governo

«Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nel corso degli Stati generali dei commercialisti che si sono svolti a giugno a Roma aveva preso l’impegno di ridurre la pressione fiscale sul ceto medio» ricorda de Nuccio, che aggiunge «la manovra finanziaria ora riduce di due punti percentuali l’aliquota Irpef per il secondo scaglione, che va dai 28mila ai 50mila euro, dove si concentra la più alta percentuale di contribuenti».

Il Governo è intervenuto sulla pressione fiscale già lo scorso anno guardando alla fascia più debole, con un intervento che ha fatto risparmiare circa mille euro anche al secondo scaglione, dato che la tassazione è progressiva. «Ora però – aggiunge de Nuccio – servono interventi di semplificazione perché la diversa modulazione delle detrazioni fiscali rende ai contribuenti più difficile calcolare qual è l’effettiva tassazione».

Secondo il presidente dei commercialisti il taglio del cuneo fiscale realizzato con la manovra dello scorso anno, sostituendo gli sconti contributivi con un intervento sull’Irpef, ha reso ancora più articolato il già complesso sistema di detrazioni e deduzioni, stratificatosi nel tempo, il che va a scapito della semplificazione del calcolo dell’imposta effettivamente dovuta. A rendere ancor più complicato il quadro normativo si aggiunge anche il tetto alle detrazioni d’imposta introdotto lo scorso anno per i soggetti con reddito complessivo superiore a 75mila euro, parametrato al reddito conseguito e al numero di figli del nucleo familiare.

Fonte: Il Sole 24 Ore