I danni del maltempo dalle vigne toscane ai pomodori pugliesi

I danni del maltempo dalle vigne toscane ai pomodori pugliesi

Il cambiamento climatico da domenica ha diviso l’Italia in due: al Nord grandine e allluvioni, al Sud la siccità. E l’agricoltura nazionale, che è già alle prese con i raccolti estivi, comincia a fare la conta dei danni.

In Toscana la grandine ha colpito i territori del Chianti e della Vernaccia di San Gimignano. La situazione più drammatica si registra nei comuni di Certaldo e Castelfiorentino, nella Val’Elsa, e in quelli di Greve e San Gimignano nel Chianti. «I danni ai vigneti sono pesanti – dice la presidente di Coldiretti Toscana, Letizia Cesani – parliamo di decine e decine di ettari di coltivazioni completamente rovinati. La pioggia, tantissima caduta in poco tempo, si è schiantata sulla terra secca e appena lavorata favorendone l’erosione». Nel week end il maltempo ha flagellato anche le campagne della Lombardia, colpendo in particolare le stalle e i capannoni agricoli della Bergamasca. La grandine ha picchiato duro anche sul Ravennate con effetti pesanti su frutteti, uliveti e vigneti.

Il Sud, al contrario, resta avvolto nella morsa dell’afa. In Puglia il caldo intenso ha accentuato ulteriormente la crisi idrica, spingendo gli agricoltori a tagliare del 20% le superfici coltivate a pomodoro, in particolare nella zona del Fortore, nel Foggiano, dove la stagione irrigua non è mai iniziata poiché la poca acqua rimasta nell’invaso di Occhito è destinata prioritariamente al consumo potabile. Ad aggravare la situazione in Puglia c’è infatti proprio la mancata ricarica delle falde, che nel mese di giugno hanno registrato un deficit di circa l’87% sulla provincia di Foggia. Oggi i volumi totali rimanenti negli invasi locali ammontano a 90 milioni di metri cubi, ovvero circa il 27% dei volumi di riempimento autorizzati. Così, gli agricoltori sono stati costretti ad abbandonare parte delle produzioni per concentrare l’utilizzo della poca acqua disponibile. «Questa situazione deve spingere ad accelerare la realizzazione del piano invasi lanciato da Coldiretti e Anbi – si legge in una nota dell’associazione degli agricoltori – gli invasi servono sia per garantire riserve idriche nei periodi di siccità, sia per limitare l’impatto sul terreno di piogge e acquazzoni sempre più violenti». Proprio nel weekend l’Unione europea ha dato il suo via libera al finanziamento diretto della gestione idrica attraverso le risorse comunitarie dei fondi di coesione.

In Puglia il caldo taglia anche le produzioni di uova, latte e miele. Oltre a impattare sulla produzione di grano: secondo le rilevazioni di Coldiretti e Cai, le stime sulla prossima trebbiatura dovranno essere ribassate soprattutto in provincia di Foggia, la prima provincia italiana per ettari coltivati a cereali, dalla quale viene il 20% circa di tutto il grano duro italiano. A causa della siccità, gli agricoltori si attendono un calo almeno del 20% rispetto al normale potenziale produttivo.

Fonte: Il Sole 24 Ore