I dazi Usa affossano l’export di orologi svizzeri

Effetto dazi americani per le esportazioni di orologi svizzeri. Nel mese di agosto c’è stato infatti un forte calo anche negli USA, dopo il netto balzo registrato da questi in luglio, quando gli importatori d’oltreoceano avevano fatto scorte, anticipando l’entrata in vigore dei dazi, in vigore appunto da agosto. Un saliscendi per alcuni aspetti previsto, aggravato dal fatto che nel mese c’è stato un giorno lavorativo in meno rispetto a un anno prima. Gli altri mercati principali dal canto loro sono nel mese pure in negativo, ad eccezione dell’Italia, unica nella top ten ad avere un seppur contenuto segno positivo.

In agosto l’export di segnatempo elvetici è stato di 1,63 miliardi di franchi (1,74 miliardi di euro), il 16,5% in meno in rapporto allo stesso mese del 2024. Questo l’andamento per i primi dieci mercati: Stati Uniti 245 milioni di franchi (-23%), Hong Kong 116 milioni (-12%), Cina 115 milioni (-35%), Regno Unito 112 milioni (-20%), Giappone 111 milioni (-22%), Singapore 106 milioni (-14%), Emirati Arabi Uniti 78 milioni (-8%), Germania 76 milioni (-24%), Francia 73 milioni (-9%), Italia 72 milioni (+3%).

Nel mese tutte le gamme di prodotto hanno registrato il segno negativo. La gamma alta, con prezzo sopra i 3 mila franchi, ha avuto in valore un -17%; la gamma medio-alta, con prezzo tra 500 e 3mila franchi, un -14%; la gamma media, con prezzo tra 200 e 500 franchi, un -1%; la gamma di base, con prezzo sotto i 200 franchi, ha chiuso il mese pure con un -17%.

Per quel che riguarda i primi otto mesi del 2025, per l’export di orologi elvetici i danni sono nel complesso abbastanza limitati. Tra gennaio e agosto le esportazioni sono state di 16,95 miliardi di franchi (18,17 miliardi di euro), l’1% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Merito in ampia misura del mercato americano, con un contributo dell’Italia non grande ma comunque da annotare nel complicato quadro attuale.