
I delisting sgonfiano la Borsa: così Piazza Affari si affolla di Pmi
Piazza Affari sempre più mercato delle Pmi. La prima metà di quest’anno ha segnato il sorpasso delle piccole e piccolissime società trattate sul segmento dedicato alla categoria mignon, l’ex Aim che oggi è stato ribattezzato Euronext growth Milan. Se a fine 2024 le società quotate sul mercato principale e quelle del mercato di crescita erano pari – 209 per ciascun listino – oggi sono diminuite in entrambi, ma più sul circuito principale dell’Exm, dove si contano 202 quotate, che sul segmento dell’Egm, dove ne sono rimaste 204.
La Relazione annuale della Consob punta il dito sul fenomeno dei delisting che accentua il distacco dimensionale tra le piazze europee e gli Usa. Sebbene sia mal comune (e non mezzo gaudio) il calo del numero delle società quotate sui mercati principali, «i mercati europei continuano a caratterizzarsi per dimensioni inferiori rispetto al mercato statunitense», nota la Relazione. E il fenomeno è anche più pronunciato sul mercato italiano dove si sta registrando un «progressivo assottigliamento del listino», determinato da un «numero signficativo di delisting e fronte di sporadici nuovi ingressi». L’impatto negli ultimi due anni, stima la Consob, è stato nell’ordine di 12 miliardi di capitalizzazione persa.
Lo scorso anno ci sono state solo due ammissioni al listino principale di Piazza Affari, di cui una sola Ipo, mentre sono state 21 le ammissioni sull’Euronext growth Milan. A fronte delle 23 ammissioni complessive, 29 sono state le uscite: 15 dal listino principale e 14 dal segmento di crescita. Dal 2018 complessivamente sono arrivate in quotazione cinquanta società sul mercato principale, ma ci sono stati 84 delisting. Sull’Euronext growth invece ci sono stati nello stesso periodo 204 ingressi e 91 uscite. Nel complesso quindi il numero delle società quotate o negoziate sui listini di Borsa italiana è aumentato di 79 unità, ma il mercato principale ha perso 34 quotate.
Il fenomeno, sottolinea la Consob, è in linea con il trend di altri mercati europei, a partire da Parigi («in prima posizione tra le piazze interessate dal fenomeno») e Londra («dove il fenomeno dei delisting si è rivelato ancora più marcato anche in conseguenza della Brexit»). Nel panorama mondiale fanno eccezione solo la Svezia e l’India.
Non è comunque solo questione di numeri, ma anche di qualità nella composizione dei listini. Il peso di Piazza Affari sul prodotto interno lordo resta tra i più bassi in Europa: 37,6% lo scorso anno, secondo quanto calcola la Consob. E sebbene l’Euronext growth di Milano mostri una capacità superiore a quella di altri circuiti del gruppo di attirare nuove quotazioni, «la capitalizzazione media delle società in ingresso risulta generalmente inferiore rispetto a quanto rilevato sugli altri mercati di crescita». Euronext growth Milan, appunta ancora la Consob, si connota peraltro anche per una minore liquidità rispetto agli altri analoghi mercati del gruppo.
Fonte: Il Sole 24 Ore