
I dossier sul tavolo del nuovo ceo: marchi, dazi e nuove tecnologie. Cosi Stellantis affronta la tempesta dell’automotive
E per restare in Europa si aprono due questioni cruciali e interconnesse: la sopravvivenza di alcuni marchi e il destino degli impianti italiani, almeno più delicati della struttura industriale del gruppo.
Stellantis vanta alcuni marchi regionali forti come Peugeot, Citroën e Fiat. La casa del Leone, quella forse più simbolica, ha beneficiato per prima delle nuove architetture STLA Medium; Citroën, con la C3, sembra avviata verso il rilancio che comprende anche modelli come la nuova C5 Aircross, anch’essa ibrida ed elettrica. Fiat invece, con la Grande Panda made in Serbia, da poco anche Mild Hybrid, e con le varianti previste sulla piattaforma low cost Smartcar, potrebbe riprendere quota e uscire dal declino. Non ci si aspetti molto dalla 500 ibrida a Mirafiori: un modello tampone, ibrida super mild a 12 Volt con cambio manuale. Serve per fare un paio di anni a 100 mila pezzi all’anno e traghettare Mirafiori verso la nuova generazione che dovrebbe essere basata sull’inedita piattaforma STLA Small che debutterà il prossimo anno su Peugeot 208. Fiat, per Filosa, è anche strategica per il Sud America dove continua ad avere successo con modelli made in Brasile.
Tra i marchi in costante tentativo di rilancio c’è Alfa Romeo, le cui sorti sono legate sia all’eventuale successo di Tonale e Junior, sia alle prossime Stelvio e Giulia che saranno costruite a Cassino su architettura STLA Large. Ma qui vanno capiti i tempi: attese per il 2026 ma potrebbero slittare. E sarebbe un problema perché nel frattempo i cinesi corrono e prendono quote e i tedeschi certo non stanno a guardare.
Altri brand invece sono in affanno e forse potrebbero essere messi in vendita, nonostante le costanti smentite in tal senso. Parliamo di Maserati, che fa gola a Chery, e di Ds che non è mai decollata davvero. Ma a rischio sono anche Abarth e Lancia. La prima ha scelto il full electric e le Abarth a batteria non si vendono, sono state rifiutate dai fan del brand. Tant’è che i vertici stanno pensando a una riconversione termica di 500 e 600.
Lancia invece sta facendo fatica con la nuova Ypsilon, ma continua a lottare con operazioni di rilancio e di immagine come il ritorno nei rally. E a Melfi si attende l’avvio della produzione della nuova Gamma. Proprio Melfi sarà un nodo cruciale le cui sorti sono affidate a un modello che ne decreterà la sopravvivenza: la nuova Jeep Compass (ibrida o ev su base STLA Medium). Insomma, a un solo modello sono affidate le sorti del noto brand Usa, quello più globale del gruppo, e di una fabbrica in cui c’è già la nuova DS N.8 (ma dal brand DS non ci aspettiamo grandi numeri) e la citata nuova Lancia.
Fonte: Il Sole 24 Ore