I messaggi chat fanno prova negli accordi di divorzio
Gli screenshot delle chat via WhatsApp costituiscono prova documentale degli accordi presi dai coniugi in vista del divorzio, a meno che non vengano disconosciuti dall’altra parte. Lo ha ribadito il Tribunale di Catanzaro con la sentenza 1620 del 17 luglio scorso, giudice dottoressa Song Damiani, che si inserisce nel solco dell’orientamento di legittimità anche per quanto riguarda la validità, a certe condizioni, degli accordi presi dai coniugi in vista della fine del matrimonio.
Gli accordi prematrimoniali
In Italia gli accordi prematrimoniali non sono previsti dalla legge, quindi a oggi non sono ipotesi negoziali tipiche ma, a certe condizioni, possono essere ritenuti validi in caso di contenzioso.
A differenza che negli Stati Uniti, i coniugi non possono disporre sui cosiddetti diritti inderogabili previsti dall’articolo 160 del Codice civile. Sarebbero quindi nulli accordi sull’esclusione del mantenimento, degli obblighi successori, sull’educazione dei figli e in genere sul dovere di assistenza morale.
La sentenza del Tribunale di Catanzaro si segnala perché ha il pregio di evidenziare con chiarezza che, mentre in passato gli accordi negoziali in materia familiare erano molto limitati, oggi si è ammessa un’ampia autonomia negoziale quando i patti non siano in contrasto «con l’esigenza di protezione dei minori o comunque dei soggetti più deboli».
La vicenda
Il caso trae spunto dal ricorso di opposizione a decreto ingiuntivo del marito che, prima del divorzio via WhatsApp, si era accordato con la moglie di accollarsi l’intero mutuo della casa familiare a condizione che quest’ultima rinunciasse al mantenimento per sé. In sede di divorzio, invece, il marito si era impegnato a versare soltanto il 50% del mutuo.
Fonte: Il Sole 24 Ore