I Pir a luglio hanno incassato 342 milioni

I Pir a luglio hanno incassato 342 milioni

Il copione si ripete immutato mese dopo mese. Sono ancora gli obbligazionari a tenere saldamente le redini dell’intero sistema dei Piani individuali di risparmio (Pir). Nel corso del mese di luglio questa categoria ha incassato ben 348 milioni compensando così i risultati negativi degli azionari (-7,2 milioni) e dei flessibili (-10,6 milioni) e portando nelle casse dei gestori 342 milioni (i bilanciati hanno chiuso i conto in attivo per oltre 10 milioni).

In realtà è su un numero limitato di fondi che si concentrano i flussi, ma la loro dimensione è tale da condizionare il risultato totale. Anche all’interno dei fondi di una stessa scuderia, la tendenza è riposizionare i capitali sull’ultimo prodotto che ha esordito sul mercato.

Il trend

E poiché la formula dei Pir obbligazionari piace così tanto, anche il mese scorso hanno lasciato i blocchi di partenza altri nuovi prodotti rispettivamente della scuderia Eurizon (che ha inglobato anche i fondi di Fideuram), di Mediolanum e di Amundi, tutti rigorosamente obbligazionari.

Un fascino che sembra inesauribile e come tale convince un numero sempre crescente di investitori a puntare su questa tipologia. E in effetti nel giro di poco più di un anno lo scenario dei Pir si è completamente ribaltato. Per tantissimo tempo il mercato è rimasto ingessato e non veniva più lanciato alcun prodotto (anche a causa del caos legislativo che ha bloccato il settore nel 2019). Non solo. L’aspetto significativo di questo cambiamento è il fatto che nel corso dei primi anni dopo l’esordio dei piani individuali sul mercato, i prodotti obbligazionari si contavano sulle dita di una sola mano, sembrava quasi una categoria priva di utilità rispetto all’obiettivo per il quale sono stati creati questi strumenti (investimento nell’economia reale con un’ottica di lungo termine ma tendenzialmente azionario).

Fonte: Il Sole 24 Ore