
I protagonisti della Biennale di Bukhara
Le opere degli artisti del Centro Asia raccontano un mondo fatto di identità complesse, tradizioni rivisitate e riflessioni sulla società, sull’economia, la politica e i ruoli di genere. Gli artisti di questa vasta regione sono oggi i protagonisti delle conversazioni culturali mescolando radici storiche e tensioni contemporanee in opere simboliche. Ne sono un esempio gli oltre 70 progetti site-specific della Biennale di Bukhara, “Recipes for Broken Hearts” in agenda dal 5 settembre all’11 novembre che raccontano anche la storia del paese e sono concepiti attraverso collaborazioni tra artigiani locali e artisti residenti in Uzbekistan, dagli altri paesi dell’Asia Centrale e da tutto il mondo.
Le collaborazioni tra artisti e artigiani
Tra gli artisti internazionali che parteciperanno all’evento figurano Antony Gormley, Subodh Gupta, Carsten Höller, Dana Awartani, l’italo-senegalese Binta Diaw, Erika Verzutti per citarne solo alcuni. La loro presenza alla Biennale favorirà un mix di conversazioni interdisciplinari e collaborazioni creative che intrecceranno molte tradizioni spirituali e culturali volte a favorire l’artigianato dell’Uzbekistan e non mancheranno – come il titolo della biennale ricorda – interventi di carattere gastronomico come forme d’arte, smantellando le gerarchie attraverso un viaggio multisensoriale.
Diversi saranno i progetti ispirati al cibo, tra cui un’installazione del collettivo artistico Slavs and Tatars e del ceramista uzbeko Abdullo Narzullaev incentrata sul melone come dono divino, secondo una leggenda locale uzbeka, l’artista Samah Hijawi (Giordania/Belgio) e Ahmad Arabov (Uzbekistan) hanno realizzato un murale ricamato di 15 metri, che traccia il movimento di cibi e spezie commerciati lungo le Vie della Seta. L’artista libanese Tarek Atoui (si è conclusa da poco la mostra all’Hangar Bicocca) si confronterà con musicisti uzbeki in una celebrazione contemporanea delle tradizioni viventi che collega il suo impegno a lungo termine con il modo in cui le tradizioni musicali migrano attraverso l’Asia, il mondo arabo e oltre, con performance e workshop che si svolgeranno dal 21 al 23 settembre.
Un’altra collaborazione con un artigiano locale è quella dell’artista brasiliana Erika Verzutti (lavora con Andrew Kreps Gallery, New York con prezzi a partire da 35mila a 250mila dollari) che realizzerà la scultura in legno «Tower of Pomegranate» in collaborazione con l’artigiano locale Shonazar Jumaev. “Il melograno – spiega Erika Verzutti ad Arteconomy24 – è una forma che favorisce un ricco dialogo tra il mio vocabolario scultoreo e le tradizioni locali di Bukhara; tradizionalmente, il melograno simboleggia la fertilità, l’abbondanza e la prosperità, spesso associato alla vita, alla rinascita e alla fortuna grazie ai suoi numerosi semi che rappresentano abbondanza e continuità”. La scultura situata in uno spazio pubblico, in prossimità di una colonna di legno tradizionale bukhariana che sostiene l’architettura di un negozio di tappeti. Questa è la prima volta che l’artista realizza la sua serie di melograni – precedentemente fusi in bronzo o modellati in ceramica – in legno, lavorando con il maestro intagliatore bukhariano Shonazar Jumaev. Insieme Erika Verzutti e Shonazar Jumaev hanno scelto di “lasciare le superfici semilavorate, richiamando l’attenzione sul processo stesso – il gesto, il fare, il toccare”. L’obiettivo di questa edizione inaugurale della biennale è far conoscere i talenti locali e delle aree limitrofe.
Gli artisti uzbeki e delle aree limitrofe
Tra i numerosi talenti che la Biennale metterà in luce, alcuni hanno già avuto visibilità nel nostro paese come Aziza Kadyri, che ha rappresentato l’Uzbekistan all’ultima Biennale (da East Contemporary, Milano, prezzi da 2mila a 30mila euro per le installazioni più complesse). Per la biennale Aziza sta lavorando a due progetti, una grande installazione site-specific per l’esterno di una delle madrase realizzata in collaborazione con l’artigiana Yulduz Mukhiddinova e ad un’opera digitale e interattiva con il 3D animator Mathieu Bissonnette, per un caravanserraglio.
Fonte: Il Sole 24 Ore