
«I tempi di attesa dei camion in Liguria creano diseconomie per 200 milioni»
«I tempi di attesa dei camion nel solo porto di Genova costano oltre 130 milioni l’anno di diseconomie al sistema logistico, ma anche produttivo del Nordovest italiano. E se il conteggio si estende ai veicoli pesanti circolanti in tutta la Liguria (circa 4mila, di cui fanno parte anche i 2.500 su Genova) la cifra arriva a circa 200 milioni». A lanciare l’allarme Giuseppe Tagnochetti di Trasportounito, che aggiunge: «Ogni giorno migliaia di euro vanno in fumo per i camion che, quotidianamente, solo nella migliore delle ipotesi, subiscono ritardi superiori a un’ora in porto e di almeno un’ora nei punti di presa del carico, sia presso le industrie sia nei centri merci nella Pianura Padana».
«Situazione insostenibile»
Una situazione divenuta insostenibile, secondo l’associazione di operatori del settore, che ha presentato alle istituzioni un nuovo modello per riorganizzare l’autotrasporto in Liguria. «Dobbiamo – afferma Tagnochetti – estendere le fasce operative dell’industria e dei magazzini nonché allargare le fasce di lavoro della portualità ligure a servizio dei camion. E, a questo punto, utilizzare le infrastrutture stradali e autostradali in quelle fasce orarie in cui sono più libere, quando non ci sono i cittadini; quindi cercare di ridurre le attese, migliorare le velocità commerciali e garantire, a traffici e merci, un servizio adeguato. Anche perché, altrimenti, non avrebbe senso aver investito miliardi di euro su infrastrutture, come la nuova diga foranea, ad esempio, che dovrebbe servire a migliorare i traffici, per poi non essere in grado di veicolarli a livello stradale».
Dunque, si legge nel documento di Trasportounito, il nuovo modello dovrebbe prevedere l’apertura, 24 ore su 24, dei magazzini di destino, dei terminal portuali e dei depositi, per carichi e scarichi in fasce orarie più ampie. Questo consentirebbe ai flussi di camion di distribuirsi anche sulle fasce orarie del mattino (9-13) e con meno intensità in quelle pomeridiane (13-19). Con l’estensione degli orari di carico, i Tir utilizzerebbero le strutture autostradali in orari nei quali i traffici cittadini sono fermi (3-6 e 21-24). Ma per questo ci vorrebbe, secondo l’associazione, una precondizione fondamentale: sospendere i cantieri notturni che oggi paralizzano la Liguria.
«Accelerare anche la digitalizzazione»
«Questa operatività extra time – sottolinea Tagnochetti – richiederebbe un impegno di risorse, da parte di tutti gli attori della filiera, in termini di personale (autisti, facchini, portuali e così via) ma genererebbe un vantaggio competitivo sulla merce ed economie di scala sugli investimenti». Certo, ci vorrebbe anche «un’accelerazione del processo di digitalizzazione documentale, che è stato avviato ma non portato fino in fondo. Occorrerebbe una dematerializzazione totale dei documenti. Non è possibile, peraltro, lavorare, come accade oggi, con un differente sito web per ogni terminal e una piattaforma Pcs (Port community system, ndr) per ogni porto».
E poi, prosegue, «è necessaria l’introduzione obbligatoria del tracciamento dei tempi del camion, nelle aree portuali e logistiche, per eliminare tutte le attestazioni delle attese richieste dalla legge, che costano tempo e generano contenziosi. Le attese, del resto, vanno pagate, applicando la legge 105/2025, di conversione del decreto Infrastrutture, che ha stabilito che, dopo 90 minuti di attesa, il camion deve essere pagato 100 euro l’ora». Infine, cu vogliono strutture di servizio al camion: servono un’area autoparco per 800 veicoli pesanti, che devono poter sostare nel rispetto della legge per gli autisti, nonché spazi per lo stoccaggio delle merci».
Fonte: Il Sole 24 Ore