I trattori in piazza a Bruxelles, tra copertoni bruciati e le promesse dei ministri Ue

Roghi di cassonetti e copertoni dati alle fiamme. Esplosioni di petardi. La polizia che ricorre agli idranti. Nelle piazze di Bruxelles la protesta degli agricoltori europei, come preannunciato nei giorni scorsi, a tratti si è trasformata in veri e propri scontri. Nel giorno in cui la città ospita il Consiglio dei ministri Ue dell’agricoltura, di fronte alle sedi delle istituzioni europee si sono radunati migliaia di manifestanti provenienti da tutto il continente, con centinaia di trattori al seguito.

Anche le associazioni protestano

Insieme a loro, a manifestare sono scesi in strada anche i rappresentanti di alcune importanti associazioni agricole: l’italiana Coldiretti, la spagnola Asaja, la portoghese Cap e la Fwa belga. Le diverse federazioni agricole ritengono che la Commissione europea non abbia preso sufficienti decisioni concrete nei loro confronti, nonostante le azioni di protesta all’inizio di questo stesso mese.

Il presidente della Coldiretti in persona, Ettore Prandini, è alla guida dei suoi associati che hanno manifestato in Rue de la Loi, a pochi passi dal Parlamento europeo: «Siamo qui per chiedere risposte esaustive in tempi certi, una grande organizzazione come la Coldiretti ha il dovere di trasformare la protesta in proposte concrete». Le richieste, anticipate da Prandini in una lettera alla presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen, puntano a eliminare le eventuali sanzioni a carico degli agricoltori per il 2024 e il 2025 e di procedere alla cancellazione definitiva dell’obbligo di tenere il 4% di terreni incolti.

Contemporaneamente alle manifestazioni degli agricoltori in piazza, nella sede del Consiglio Ue si sono alternati gli interventi dei ministri dei 27 Paesi. La maggior parte per chiedere una revisione della Pac e più sostegno all’agricoltura europea. «Gli agricoltori sono messi sotto pressione – ha ammesso il ministro dell’Agricoltura belga, David Clarinval, che ha la presidenza di turno del Consiglio Ue – con i russi che usano i cereali per fare pressione sugli europei e sugli ucraini come un’arma di guerra e con i vincoli del Green Deal, servono risposte. Dalla Commissione vediamo che ci sono già proposte di breve termine, è importante ora andare oltre, in un ottica cioè di medio termine».

«Siamo davanti a una problematica europea a cui bisogna dare una soluzione europea», ha detto a Bruxelles il ministro dell’Agricoltura spagnolo, Luis Planas, proprio mentre a Madrid sono di nuovo in corso le manifestazioni di piazza del mondo agricolo. La Spagna chiede all’Europa «un nuovo grande patto per avere gli agricoltori al nostro fianco e perchè capiscano e appoggino il processo di trasformazione che stiamo portando avanti». Anche il ministro francese, Marc Fesneau, chiede che siano dati subito dei segnali di cambiamento agli agricoltori: «Il Green Deal deve essere anche un Deal di prodotto, altrimenti avremo perso elementi di sovranità, con un’agricoltura più attenta alle questioni ambientali in Europa ma che non è in grado di produrre ciò di cui abbiamo bisogno».

Fonte: Il Sole 24 Ore