Il caffè di Starbucks è amaro: 100 chiusure e 900 licenziamenti
Staburcks, catena americana di caffetterie che anni fa fece clamore per il suo sbarco a Milano con una torrefazione in pieno centro, prevede di chiudere decine di bar e licenziare 900 persone nel tentativo di risollevarsi dalle difficoltà.
L’annuncio dei tagli
Brian Niccol, l’amministratore delegato dell’azienda, ha illustrato i piani in una lettera ai dipendenti. Ha affermato che la catena chiuderà i locali che non saranno in grado di «offrire uno spazio caldo e accogliente» o di raggiungere gli obiettivi finanziari.
La ristrutturazione comporterà la chiusura di oltre 100 punti vendita in Nord America e di sedi nel Regno Unito – sebbene Starbucks non abbia fornito un totale complessivo – mentre 900 dipendenti «non addetti alla vendita al dettaglio» saranno licenziati nell’ambito della ristrutturazione. A inizio anno, Starbucks aveva annunciato altri 1.100 licenziamenti.
La ricetta di Niccol
Niccol, ex capo della catena messicana di fast food Chipotle, era stato assunto lo scorso anno per risollevare le sorti dell’azienda. Finora non si sono visti risultati apprezzabili: ha minimizzato sulle chiusure, ricordando come ogni anno aprano e chiudano caffetterie ma ha dovuto ammettere che le chiusure arrivano mentre la più grande catena di caffè al mondo lotta contro il calo delle vendite.
Si prevede che il suo piano di ristrutturazione costerà circa 1 miliardo di dollari e la catena si concentrerà sul miglioramento dei punti vendita esistenti per renderli più invitanti.
Fonte: Il Sole 24 Ore