Il car guy de Meo cambia strada: Kering vola in Borsa, Renault crolla
Kering alle stelle, Renault in picchiata. Il gruppo del lusso è partito alla grande, fino a +9%. Le azioni del gruppo automobilistico, invece,sono crollate fino all’8%, fermandosi poco sopra i 39 euro. A innescare la caduta è stata la notizia – domenica sera, con un comunicato del Gruppo Renault – delle dimissioni di Luca de Meo. Il manager italiano, 58 anni, artefice della rinascita del gruppo, sarebbe pronto a lasciare il mondo dell’auto per prendere in mano le redini di Kering, il colosso del lusso francese in difficoltà, proprietario di marchi iconici, ma in calo di vendite, come Gucci, Saint Laurent e Bottega Veneta.
Un cambio di rotta inatteso. Da una parte l’automotive perde un leader riconosciuto per visione e capacità di esecuzione, un autentico car guy. Dall’altra il lusso accoglie con entusiasmo un profilo fuori dagli schemi. E infatti Kering ha reagito in modo simmetrico: le sue azioni sono letteralmente decollate, segno che gli investitori vedono in de Meo la possibile medicina di cui il gruppo ha bisogno.
Negli ultimi anni, Kering, guidato dal presidente e ceo François-Henri Pinault, 63 anni, ha attraversato un periodo complicato. Gucci, il marchio di punta, non è più il motore di crescita di un tempo. Il titolo ha perso oltre il 60% dal 2022 (-40% negli ultimi 12 mesi), tra cambi di direzione creativa e una strategia poco chiara. Ora, affidarsi a un manager che non viene dalla moda ma ha saputo rilanciare marchi e aziende complesse potrebbe essere la scommessa giusta. Perché de Meo è un abile ricostruttore, capace di unire visione strategica e senso del prodotto.
Per Renault, invece, la notizia è un macigno. De Meo ha preso in mano l’azienda nel 2020, nel momento più buio: conti in rosso, alleanza con Nissan in crisi, identità smarrita. In cinque anni ha ribaltato la situazione, riportando Renault in utile e al record della redditività, rilanciando il marchio e avviando la trasformazione verso l’elettrico con la nascita della divisione Ampere. La sua uscita getta un’ombra sul percorso avviato. Non a caso, i volumi di scambio sul titolo sono stati venti volte superiori alla media: un segnale di nervosismo da parte del mercato.
Che cosa significa, allora, vedere un car guy alla guida di una maison del lusso? È una scelta che rompe le convenzioni, ma forse è proprio quello che serve a Kering in questo momento. De Meo non disegna borse né scarpe, ma ha già dimostrato di saperci fare, ad esempio trasformando Cupra in un brand di culto per il Gruppo Volkswagen. Oggi Kering ha bisogno di un costruttore di valore, prima ancora che di stile.
Fonte: Il Sole 24 Ore