
Il caso della laurea in Scienze dell’educazione: una proposta normativa punta ad estendere la validità dei titoli
Il Ministero dell’università e della ricerca ha elaborato una proposta normativa per risolvere la questione relativa ai titoli di studio di educatore nei servizi per l’infanzia. L’allarme è partito da una lettera inviata in queste settimane dall’Università di Modena e Reggio Emilia agli studenti dei corsi di Scienze dell’Educazione immatricolati tra il 2017 e il 2018, molti dei quali già lavoratori. Lì si spiegava che, a causa delle modifiche legislative, i titoli rilasciati in quegli anni non erano più abilitanti. Coloro che, invece, si erano immatricolati negli anni successivi erano coperti grazie alle modifiche introdotte nel corso di laurea. Oltre 400 persone coinvolte solo nel territorio reggiano, molte delle quali già impiegate nei nidi, si sono viste sfilare sotto i piedi il proprio futuro lavorativo.
Estendere la validità dei titoli
Questi studenti – diventati ora professionisti – pur avendo scelto il percorso di studi in base agli sbocchi professionali previsti al momento dell’immatricolazione, si sono, ritrovati con qualifiche non più abilitanti per lavorare come educatori nei nidi e nelle sezioni primavera. La disposizione punta ad agire sulla disciplina transitoria per estendere la validità dei titoli di coloro che si sono immatricolati entro l’anno accademico 2018/2019, tutelandone il legittimo affidamento. L’intervento normativo, inoltre, fornisce anche alle istituzioni scolastiche e universitarie una interpretazione applicativa chiara e uniforme sulla validità dei titoli di studio. Consentendo così a migliaia di laureati di superare una condizione di incertezza a seguito delle modifiche legislative introdotte nel 2017 e consentendo così di esercitare la professione per la quale avevano intrapreso gli studi. La norma sarà presentata come emendamento al decreto legge 90 del 2025, il cosiddetto decreto legge Università.
Quali sono le classi di laurea coinvolte
L’intervento risolve il problema della platea di coloro che si sono immatricolati, entro l’anno accademico 2018/2019, nelle classi di laurea L-19 (Scienze dell’educazione) e Lm-85bis (Scienze della formazione primaria). Tutela, quindi, quegli studenti che hanno fatto affidamento su un quadro normativo che gli consentiva l’accesso alla professione e che poi, dopo l’immatricolazione, è stato modificato dal legislatore con il decreto legislativo n. 65/2017. La proposta è ora al vaglio del Ministero dell’istruzione e del merito per il relativo parere.
Fonte: Il Sole 24 Ore