
Il Centre Pompidou sbarca in Brasile: un nuovo polo culturale a Foz do Iguaçu
Mentre la sede storica di Parigi si prepara a chiudere per cinque anni per un imponente restauro, il Centre Pompidou consolida la sua espansione globale con un progetto ambizioso: un nuovo avamposto artistico a Foz do Iguaçu, in Brasile, primo nel continente sudamericano. L’annuncio arriva dopo la firma di un memorandum d’intesa quinquennale tra l’istituzione francese e lo Stato del Paraná, che finanzierà l’iniziativa, alla fine di un processo avviato nel 2022.
Un hub di frontiera
Collocato nel cuore della “Tríplice Fronteira”, dove si incontrano Brasile, Argentina e Paraguay, il nuovo centro avrà una vocazione multidisciplinare, caratteristica dell’istituzione parigina sin dalla sua fondazione alla fine degli anni 70, proponendo non solo mostre d’arte moderna e contemporanea, ma anche performance, proiezioni cinematografiche, festival, conferenze e programmi di residenza per artisti.
L’idea è di creare un dialogo tra la collezione del Pompidou e la scena artistic asudamericana. Con le sue 150.000 opere, il museo francese porterà a Foz do Iguaçu capolavori della sua collezione permanente, affiancandoli a produzioni locali, sia moderne che contemporanee, per riflettere le dinamiche culturali della regione.
Architettura iconica e sostenibile
A progettare la struttura sarà l’architetto paraguaiano Solano Benítez, premiato con il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia nel 2016. Il suo design, innovativo e attento alla sostenibilità, integrerà una piazza pubblica, richiamando lo spirito aperto e accessibile del Centre Pompidou di Parigi. L’edificio, inoltre, dialogherà con il paesaggio straordinario delle cascate dell’Iguaçu, patrimonio Unesco, diventando un nuovo polo di attrazione turistica e culturale.
La strategia globale dei musei
Con un costo previsto di 240 milioni di dollari, l’iniziativa rappresenta l’ultima di una serie di espansioni internazionali del Pompidou, che sa sfruttare il suo brand e la sua collezione per creare una rete internazionale con sedi a Shanghai, in collaborazione con West Bund Museum Project, a Malaga e Metz. Nel maggio 2026 si espanderà anche a Seoul, nel distretto finanziario della città, in una cooperazione con il gruppo Hanwha, che recentemente è stato sotto accusa per i suoi legami con produttori di armi israeliani, e a Bruxelles nel novembre 2026, in collaborazione con la fondazione Kanal e la città. È posticipata, invece, l’apertura del controverso Centre Pompidou × Jersey City, dopo le polemiche per i costi e il ritiro della New Jersey Economic Development Authority. Ma il Pompidou ha di recente anche ottenuto una donazione di 50 milioni di euro dall’Arabia Saudita per contribuire al finanziamento del suo restauro, sebbene i progetti per una sede a Aiula sembrino anch’essi rimandati.
L’arte brasiliana a Parigi
L’annuncio del nuovo Centre Pompidou in Brasile coincide con la Saison France-Brésil 2025, uno scambio culturale che da aprile a settembre interessa Parigi e altre città francesi. L’arte brasiliana è protagonista con una serie di importanti mostre, a Parigi: da “Lucas Arruda” al Musée d’Orsay a “Lygia Pape” alla Bourse de Commerce alla collettiva “Horizontes: Arte contemporanea del Brasile” al Grand Palais (6 giugno- 25 luglio 2025), mentre Laura Lima occuperà il Panthéon e il Musée du Quai Branly presenterà “Amazzonia”, sulle cosmologie e il sapere indigeno.
Il Pompidou di Parigi, invece, chiuderà i battenti a settembre 2024 per un restauro da 280 milioni di dollari, che modernizzerà gli impianti e l’infrastruttura dell’iconico edificio di Renzo Piano e Richard Rogers. L’ultima mostra prima della chiusura sarà una personale del fotografo tedesco Wolfgang Tillmans, allestita nella biblioteca del centro.
Fonte: Il Sole 24 Ore