
Il ciclismo vintage conquista le città: Milano rilancia la corsa dei Caffè Eroica
D’altra parte il ciclismo è fatto di movimento e competizione, ma sempre declinata all’insegna della socialità. Difficilmente si pedala da soli e spesso l’uscita è accompagnata da una sosta a tavola, una buona pasta e un sincero bicchiere di vino. È così anche con l’Eroica di Gaiole che, come sempre, accompagna la fatica e l’impresa con numerosi ristori a suon di ribollita, trippa, fagioli, pane e olio, pecorini e Chianti.
La socialità delle due ruote
L’Eroica stessa affonda le sue radici in un bar. L’inventore dell’evento vintage, Giancarlo Brocci, ricorda come il suo amore per il ciclismo sia nato tra i tavolini del Barrino, uno dei centri della vita sociale di Gaiole, dove il lunedì mattina leggeva a tutti i giornali, dalla Nazione alla Gazzetta, con le imprese sportive della domenica che allora, negli anni Sessanta, oltre al calcio si concentravano sulle due ruote, a motore e, soprattutto, a pedali. Era finita l’epoca del duello Coppi-Bartali, ma il ciclismo eroico continuava a far discutere e dividere le folle popolari, con gli Anquetil, i Gimondi, i Merckx, che facevano sognare con le loro cavalcate su bici per lo più italiane. E in Toscana le due ruote erano un’istituzione.
È lì, nei locali a fianco della pompa del papà, che è nata la passione di Brocci per un ciclismo romantico, in bianco e nero, fatto di sudore e di imprese, di gambe sempre in movimento sui pedali e di mani esperte che mettono a punto ruote e cambi, di telai sistemati la notte prima della corsa. È lo stesso ciclismo che ha riproposto a Gaiole e poi replicato in Italia e nel mondo, come una festa costruita attorno all’intuizione che il ciclismo – con la sua storia e le sue storie, la cultura della fatica, le sue strade bianche e la sua estetica unica – può ispirare una visione diversa dello sport che diventa rilancio dei territori, di un turismo lento e a misura d’uomo, di una vita fatta di fatica e traguardi raggiunti.
“Credo che nel suo Dna il marchio Eroica esprima esattamente tutti quei valori che qualsiasi brand in questo momento sta cercando: sostenibilità, ascolto, benessere, restituzione, senso di appartenenza. Giancarlo dice che l’Eroica non è di nessuno, ma di tutti, nel senso che è un patrimonio italiano. Io ne sono veramente convinto”, sostiene Totaro, il cui obiettivo è riportare quegli stessi valori all’interno dei Caffè Eroica: “Chi viene da noi entra nella Mecca del ciclismo, rimane estasiato da una storia e da un’italianità che è difficile trovare”.
Sostenibilità e mobilità
I locali cercano quindi di riprodurre quei valori: i locali milanesi ospitano la collezione privata di biciclette storiche Colnago, simbolo universale della storia del design e dello sport italiano. La cucina è espressione di tradizione e di qualità, fatta di materie prime scelte e di ricette della tradizione gastronomica nazionale e, allo stesso tempo, “i dipendenti devono farsi carico della responsabilità di trasmissione del marchio, con la gentilezza, la capacità di accoglienza, la predisposizione alla disponibilità”.
Fonte: Il Sole 24 Ore