Il crollo dei bond Matusalemme accende l’interesse speculativo

Il crollo dei bond Matusalemme accende l’interesse speculativo

La tensione sul mercato dei bond colpisce duramente le obbligazioni. In particolare le obbligazioni molto lunghe (oltre 40 anni), i cosiddetti bond Matusalemme, che hanno perso moltissimo valore in termini di prezzo, in media oltre il -50% per le principali emissioni governative in euro (vedi tabella).

Trattandosi di bond sovrani ad alto rating queste perdite, per chi avesse comprato il bond in emissione, sono “non realizzate”, ovvero avendo il tempo e la non necessità del capitale si trasformeranno a scadenza in guadagni. Per un investitore invece rimasto fuori, vedere un bond ad alto rating che quota molto sotto la pari può essere molto attraente. «Prima di entrare – spiega Mario Allegra, responsabile investimenti Alfa Scf – bisogna considerare lo scenario peggiore (escluso il default), ovvero quello di comprare un bond da tenere fino alla scadenza. In questo caso rimanere incagliati per decenni in un investimento che ad oggi rende tra il 3,7% e il 4,5% lordo non è così attraente, considerando un’inflazione media di lungo periodo del 2% e la tassazione».

L’appeal speculativo è legato a un’altra ipotesi, ovvero allo scenario di una possibile recessione nei prossimi anni con la prospettiva che i rendimenti possono tornare verso lo zero grazie anche a stimoli monetari massicci. «In questo caso – aggiunge Allegra – data la elevata convessità di questi bond, il prezzo salirebbe rapidamente a variazioni negative anche contenute dei tassi. I guadagni in conto capitale potrebbero essere a doppia cifra».

Basta osservare la discesa dell’Oat francese 2072 sceso sotto 30 oppure il BTp stessa scadenza che vale poco più di 50. Un calo dei rendimenti di 100 punti base ad esempio determina guadagni in conto capitale a doppia cifra. «Attenzione però – spiega Allegra – che i tassi della parte molto lunga della curva non sono correlati necessariamente a quelli a breve, ovvero quelli definiti dalle banche centrali. Infatti negli ultimi 12 mesi mentre la Bce ha fatto 8 tagli dei tassi il rendimento del centennale austriaco è salito dal 2,2% al 3,2 per cento».

Fonte: Il Sole 24 Ore