
Il design storico italiano desiderato dagli americani, ma minacciato dai dazi
L’incertezza domina e la variabile dazi, ora sospesi da Trump per 90 giorni, rappresenta comunque una grave minaccia anche per il mercato del design da collezione. Gli Usa, infatti, costituiscono una delle principale piazze di scambio per i pezzi storici del design italiano, come emerge dai fatturati delle case d’aste nazionali. «Il nostro dipartimento di design è nato nel 2007 – racconta Guido Wannenes dell’omonima casa d’aste genovese –. Allora siamo stati tra i primi nel settore; oggi, è una scommessa vinta, infatti, il design rappresenta il 15-20% del nostro turnover annuale. Il design non ha sofferto della crisi del mercato dell’arte degli ultimi due anni, anzi, è cresciuto l’interesse e anche i prezzi, aumentati del 20-30%, fino al 50 per cento. Si è allargato il pubblico, soprattutto, internazionale. Negli States vendiamo fino all’80% dei lotti aggiudicati, il resto va in Europa (meno in Asia), per questo eventuali dazi ci preoccupano». Il 10 aprile Wannenes ha tenuto la sua asta più importante dell’anno, “Forme”, che si è svolta a Milano durante la settimana del Salone del Mobile con 170 pezzi selezionati e stime dai 1.200 euro fino a 80-120mila euro per una cassettiera di Osvaldo Borsani degli anni 50 con piano di Lucio Fontana, battuta per 100.150 euro. Il catalogo ha chiuso la vendita con i guanti bianchi e un totale venduto di 1.029.030 euro. «È importante perché testimonia le collaborazioni di Borsani con gli artisti dell’epoca, come Roberto Crippa, Fausto Melotti, Bruno Munari, Adriano Spilimbergo, che di recente hanno dato buoni risultati anche all’estero» spiegano gli specialisti Giacomo Abate e Andrea Schito. «Un nucleo importante dell’asta con tavoli, sedie, lampade proveniva da una villa su due livelli a Pavia quasi integralmente arredata da Osvaldo Borsani, a cui la famiglia si rivolse per arredare anche altre abitazioni». Dal lotto 15 al 33 tutti i pezzi sono stati aggiudicati, anche con rialzi significativi, e gara in sala, ai telefoni e dal web, confermando il grande interesse per il design storico. Tra le aggiudicazioni più rilevanti la coppia di poltrone (lotto 24): partito da 6.000 euro è salito fino a 25.150 euro. Bene anche la rara lampada a sospensione mod. 4673 (lotto 15) prodotta da Fontana Arte, che ha raggiunto 17.650 euro, l’applique da parete (lotto 23) venduta a 6.390 euro e la chaise longue (lotto 29) battuta a 9.900 euro.
« Oggi vanno molto gli anni ’30-’40: il classico sta tornando in voga, con linee più morbide, che citano il passato neoclassico e lo zoomorfismo reinventandoli, piuttosto che le linee geometriche degli anni ’50» proseguono Giacomo Abate e Andrea Schito. «Siamo di fronte ad un collezionismo maturo, che cerca sì gli arredi di produzione, ma soprattutto guarda agli arredi fatti su commissione, agli oggetti singolari e rari». E naturalemnte il design storico è in cima ai desideri dei compratori in asta come la poltrona mod. 811. (lotto 52) di Gio Ponti venduta a 18.070 euro. Ottimo riscontro anche per la lampada da terra mod. Sasso di Luigi Caccia Dominioni (lotto 109) e il lampadario di Max Ingrand mod. 1563 Dalia (lotto 144), venduti rispettivamente per 22.650 e 20.000 euro. Infatti nomi come Ignazio Gardella, Luigi Caccia Dominioni, Franco Albini e BBPR (da Wannenes la grande lampada a sospensione variante del mod. 2045/d dello studio B.B.P.R., ha raggiunto 93.900 euro), sono sempre più ricercati. Di quest’ultimo gruppo, negli ultimi anni sono state messe in vendita diverse plafoniere che hanno moltiplicato le stime, arrivando a 374mila euro da 30-40mila nell’ultima asta di Wannenes.
Si allarga la domanda
D’altro canto, però, l’allargamento del mercato porta anche ad un ampliamento dell’offerta, affatto facile da navigare, come si vede in questi giorni a Milano, con il Salone del Mobile e il Fuorisalone che ogni anno assumono dimensioni sempre più sproporzionate. «Stiamo assistendo a una reale spaccatura del mercato – dichiara la gallerista milanese Rossella Colombari, specializzata in design storico –. Da un lato c’è il vintage, con pezzi straordinari di maestri come Gio Ponti e Borsani a 20-30-40mila euro, che mantengono il loro valore nel tempo anche quando un giorno si decide di rivenderli all’asta, perché hanno un contenuto storico. Dall’altro, siamo di fronte ad un’invasione da parte delle case di moda, che tentano di entrare in cross-selling sul mercato del mobile, facendo edizioni limitate in materiali come il bronzo, l’acciaio e la madreperla, che rispondono ad un gusto pacchiano per i nuovi ricchi dei paesi emergenti. Soprattutto dopo il Covid, con le economie europee in difficoltà, sono loro i principali compratori. Paradossalmente, nomi come Asnago e Vender sono sconosciuti ai più, per cui il collezionista conoscitore può fare grandi affari».
Oltre a guardare indietro agli anni ’30-’40, oggi ci si rivolge sempre più agli anni ’70-’80, con nomi come Gaetano Pesce, Andrea Branzi, Alessandro Mendini, Nanda Vigo, Gio Colombo, Ettore Sottsass, che per anni sono stati trascurati a favore del Minimalismo. Al contrario, ora si torna al Maximalismo, all’approccio giocoso e ironico, ai colori audaci, dal verde acido al blu elettrico, al viola, al fucsia, ai materiali sintetici, ai neon, alle superfici riflettenti e ai divani morbidi. Alla prossima asta di Piasa, il 23 aprile a Parigi, i top lot sono proprio un divano «Cornaro» di Carlo Scarpa del 1973 stimato 6-9mila euro e uno «Camaleonda» di Mario Bellini (1970), stimato 12-15mila euro, modello irrinunciabile che gli arredatori negli ultimi anni hanno riportato sulla cresta dell’onda.
Fonte: Il Sole 24 Ore