Il futuro del retail tra innovazione, sfide globali e geopolitica
«Le ultime rilevazioni vedono gli indici di fiducia in leggero miglioramento e questa è una buona notizia. Per quanto riguarda i consumatori c’è una visione più positiva per il futuro, ma meno sulla situazione attuale, così come le imprese. Sono segnali deboli, ancora insufficienti. Naturalmente siamo connessi a quella che è la situazione geopolitica». Questa la sintesi che fa Carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione, nella sua relazione al «Forum della distribuzione moderna 2025. Il retail nell’economia del Paese. Mercati, tecnologia e società» che si è tenuto oggi a Milano, prima di lanciare un appello. «È necessario che la legge di Bilancio consenta di sostenere famiglie e imprese in un momento di transizione, in cui la geopolitica non aiuta certamente ad avere una visione di serenità per le persone, con conseguenze sui consumi. Abbiamo posto, proprio in questi giorni, delle precise richieste sia sulla legge di bilancio ma anche sul tema della transizione 5.0, su cui molte delle nostre imprese hanno fatto investimenti e, proprio l’altro giorno, c’è stato un momento di confronto».
La giornata ha visto anche l’intervento della premier Giorgia Meloni che in un messaggio ha ribadito gli obiettivi del Governo: «Rafforzare il tessuto produttivo della nazione, difendere l’economia reale, creare le condizioni per la crescita, aiutare i più fragili e ridare ossigeno al ceto medio. Questi sono i nostri obiettivi, e so che sono anche i vostri». Il messaggio continua con le altre misure messe in campo per attirare gli investimenti come il credito d’imposta nella Zona economica speciale unica del Sud «la super deduzione del costo del lavoro per le nuove assunzioni e per ripristinare strumenti molto apprezzati dal tessuto produttivo come la reintroduzione del super e dell’iper ammortamento con uno stanziamento di 4 miliardi – conclude la premier -. Un intervento che prevede, ai fini dell’ammortamento, una maggiorazione del costo di acquisizione di beni che arriva fino al 180% in caso di investimenti volti a innovare tecnologicamente le imprese e che sale fino al 220% per quelli necessari ad accompagnarle nel percorso di transizione ecologica».
Finora Transizione 5.0 ha superato «la soglia dei 4 miliardi di prenotazioni e se a questa aggiungiamo quelle di Transizione 4.0, raggiungiamo già cifre pari a 6,3 miliardi, che potranno crescere ancora sino al 27 di novembre» segnala Adolfo Urso, ministro per le Imprese e il Made in Italy, nel videocollegamento garantendo che tutti i progetti, presentati in tempo, avranno copertura finanziaria. «Per coloro che continueranno a prenotarsi sino al 27 novembre – spiega – assicureremo piena copertura finanziaria con le misure che sono già contenute nel decreto e che ci apprestiamo a prendere quando avremo piena contezza della dimensione finanziaria».
Il tema portante dei lavori è la debolezza dei consumi e su come uscire da questa fase congiunturale. Per Francesco Mutti, presidente di Centromarca l’associazione che rappresenta l’industria di marca, è prioritario non aumentare la pressione fiscale sui consumi. «Oggi dobbiamo innanzitutto evitare altre tasse sui consumi, pensiamo alla sugar tax o alla plastic tax. Dobbiamo mantenere una credibilità del sistema Paese perché abbiamo un monte debito elevatissimo e la capacità di essere più competitivi sullo spread è assolutamente una priorità». Sul fronte caldo dei dazi voluti dall’amministrazione Trump oltre al forte calo dell’export verso gli Usa il presidente di Centromarca parla di una manovra «assolutamente illogica e penalizzante. Purtroppo per molti prodotti, soprattutto del comparto alimentare, non è facile trovare altri mercati, nonostante la popolazione sia inesorabilmente più a Est che a Ovest. L’abitudine al consumo del Made in Italy è assolutamente incommensurabile. La filiera è compatta e sta cercando di efficientarsi in un contesto ricco di aziende di marca e di distributori. Questa competizione permette di portare ai consumatori sempre più prodotti a prezzi fortemente vantaggiosi nonostante la pesante inflazione che ha colpito in primis agricoltura, industria e distribuzione e alla fine i consumatori cittadini» conclude Mutti.
Nella sua relazione Buttarelli ha ricordato il ruolo delle imprese della distribuzione moderna. «Sono un presidio della prossimità con le comunità locali, garantiscono accessibilità e qualità. Nei nostri punti vendita vediamo ogni giorno come cambiano i bisogni delle persone e le abitudini di acquisto, così come percepiamo l’effetto dell’incertezza che deriva dal contesto economico e globale. Lo spirito di servizio che contraddistingue il nostro settore va quindi di pari passo con lo sguardo alle trasformazioni che abbiamo davanti e che oggi abbiamo messo al centro del confronto. La complessità delle dinamiche che governano il lavoro delle nostre imprese richiede ascolto, comprensione e soprattutto concretezza che si traduce anche nella necessità di un quadro normativo stabile. Sostenere le imprese del retail significa tenere vivo il tessuto economico del Paese. Favorire la capacità di fare investimenti per cogliere le opportunità di sviluppo, derivanti anche dall’evoluzione delle tecnologie, vuol dire contribuire alla crescita economica. Il futuro del settore è quindi un impegno anche per il lavoro di Federdistribuzione, la casa del retail moderno, per contribuire a rappresentare sempre al meglio le necessità delle imprese».
Fonte: Il Sole 24 Ore