Il Gallery-weekend di Madrid accende i riflettori su una città in crescita

Il Gallery-weekend di Madrid accende i riflettori su una città in crescita

Dall’11 al 14 settembre è andata in scena, Apertura Madrid, la 16ª edizione del Gallery-weekend che riunisce 57 tra le gallerie più importanti della città. Un’occasione per approfondire la proposta artistica in buona salute così come in buona salute appare anche il contesto economico. L’ente organizzatore è Arte Madrid, l’associazione locale delle gallerie e lo scopo è quello di propiziare una crescita collettiva del settore attivando opportunità di networking. Molte le iniziative in questa direzione tra cui una mostra collettiva al museo Lazaro Galdiano, per dare una visione d’insieme della proposta delle gallerie e un programma per ospitare curatori provenienti dall’America latina in tandem con i gallery-weekend di Barcellona e Valencia, offrendo loro così la possibilità di approfondire per un mese la scena artistica spagnola.

La forza delle galleriste

Madrid è da sempre la patria delle grandi galleriste che hanno segnato l’emancipazione artistica della Spagna nell’era post franchista, ma purtroppo Helga de Alvear è mancata a marzo di quest’anno lasciando in eredità la sua splendida collezione alla città di Caceres. Serrande abbassate anche per la mitica Juana de Aizpuru che ha chiuso la sua attività ben oltre i 90 anni, e come lei hanno fatto la stessa scelta anche altre storiche galleriste. Tra queste figure iconiche della cultura madrilena spicca la galleria Traversia Cuatro, guidata ovviamente da due donne, che negli ultimi anni ha saputo eccellere sia nelle scelte artistiche che nelle pubbliche relazioni. Nei giorni di Apertura ha proposto un solo show di Donna Huanca, acclamata artista multidisciplinare i cui dipinti sono spesso delle estensioni delle sue performance. Le tele in vendita raggiungono i 90 mila dollari e le sculture i 25 mila dollari.

Le riscoperte

La proposta delle gallerie madrilene è molto eterogenea ed indipendente, ma un filone che possiamo scovare è quello della ri-valorizzazione di artisti spagnoli, attivi dal dopoguerra agli inizi del 2000 e spesso scomparsi prematuramente. Alcuni meno conosciuti di quanto meriterebbero e forse vittime dell’isolazionismo spagnolo durante il franchismo che ne ha limitato la diffusione internazionale. Luis Claramunt (1951-2000) era un pittore catalano noto per i paesaggi fortemente espressionisti e creati con pochi colori densi e saturi, molto emozionali ed immediati. La galleria Ehrhardt Florez gli dedica un solo show del suo periodo sivigliano che ha segnato un cambio di stile decisivo per l’artista. Le opere sono in vendita dai 4.500 ai 55 mila euro. La mostra alla galleria Maisterravalbuena sembra dedicata a qualche giovane artista americano con una dipendenza da Instagram invece è la personale di Patricia Galdea (1960-2006) che già negli anni ’80 proponeva una pittura figurativa ipercolorata e intarsiata di collage e fumetti, denunciando allora temi sempre attuali come il macismo o la superficialità della comunicazione massmediatica, dai 10 mila ai 35 mila euro le sue quotazioni. Stile completamente diverso, astratto e minimale, per le opere di Fernando Mignoni (1929-2011) in mostra da Elvira Gonzales, figura seminale del Gruppo Hondo, corrente molto influente nata in spagna nel 1961: quotazioni fino a 66.500 euro.

Il filo rosso che unisce col Sud America

La relazione privilegiata tra la Spagna e il sud America da sempre influenza il paese iberico sotto molti aspetti, non ultimo quello artistico. Negli ultimi anni Madrid è stata soprannominata la piccola Miami per la sua capacità di attrarre grandi patrimoni latino americani, mancano le spiagge della Florida ma non c’è paragone su servizi educativi e sanitari, e la sicurezza tout-court della città. Inoltre la così detta legge Beckham è molto favorevole per gli stranieri che scelgono di trasferirsi in Spagna garantendo loro una flat-tax del 24% per sei anni sui redditi generati in loco.
Molti di questi migranti di lusso sono ovviamente grandi collezionisti, oggetto del desiderio di tutte le gallerie madrilene e probabilmente ne influenzano anche la proposta espositiva. La galleria La Cometa, ha proprietarie colombiane e in questi giorni propone due mostre personali, una del colombiano Carlos Castro, arazzi dalla tecnica antica ma che toccano temi di attualità, con prezzi attorno ai 5 mila euro. Temi geopolitici con un’estetica minimale per le opere del portoricano Karlo Andrei Ibarra con quotazioni dai mille ai 9 mila euro. Una collettiva “(s)obrascompletas” quasi totalmente di artisti latini anche per la galleria Memoria che offre anche un’ampia scelta in fatto di prezzi che vanno da 3 mila ai 75 mila euro. Memoria è una galleria nata a cavallo del covid in piena espansione ha, infatti, già due spazi, uno in centro e uno nel quartiere di Carabanchel, ex zona popolare e nuovo distretto artistico dove molte gallerie si stanno rifugiando in cerca di spazi più grandi ed affitti più bassi. Una gentrificazione piuttosto indolore visto la qualità dei collegamenti tra centro e periferia. Mauro Piva è invece un artista concettuale brasiliano protagonista di una mostra personale da Espacio Minimo, spicca la sua grande installazione «Alamandas», in cui fiori gialli di porcellana invadono lo spazio, un omaggio alla sua terra natia acquistabile per 8 mila euro. Anche la Galleria El Apartamento ha una doppia sede con un avamposto a Cuba e per Apertura ha messo in scena una mostra del duo Los Bravù.

Fonte: Il Sole 24 Ore