Il gorgo incandescente di lava poetica di Maria Attanasio
“Paesaggi della settima decade. Interni. Nero barocco nero (1979-2021)” è l’ultima opera poetica di Maria Attanasio. Lavoro denso, a più falde, che si snoda lungo quattro decenni della vita e dell’arte della “biscrittora” di Caltagirone. Nata poeta, Attanasio trova qui la dimensione più accordata al suo sentire. I versi delle 112 poesie divisi in 3 parti (“Interni (1979)”; “Nero barocco nero(1984)”; “Paesaggi della settima decade (2020-2020)”), ricompongono in un continuum ritmico e in un collage musivo tre raccolte cruciali che, bastino le date di prima edizione o creazione, rendono conto della complessità e varietà, col trascorrere del Tempo e della Storia, delle tematiche evocate.
Come una pianista magistrale Attanasio suona tasti di altezze e colori diversi: dal ‘particulare’ degli affetti e delle memorie private all’‘universale’ delle vicende collettive della contemporaneità. Per la prima volta nella sua produzione appaiono in “Lessico familiare in lingua persa”, penultima sezione dell’ultima raccolta, testi in lingua siciliana (con traduzione autoriale a fronte), a toccare le corde più profonde: il canto della madre, la presenza del padre, la vita calatina, lei bambina nella notte “ccu l’occhi sbarracati” (con gli occhi spalancati). Attraverso le cinque sezioni del libro, la parola poetica di Maria Attanasio tocca i temi più alti: identità, memoria, dolore, cambiamenti, trasformazioni. La parola poetica ricercata, scavata, respirata, mai peregrina, è strumento coraggioso di resistenza e traccia contro il “silenzio dei secoli dei secoli” (p. 160).
Amelia Roselli
La poesia procede a grumi, a coaguli ,oltrepassando la logica e rendendo omaggio a chi l’ha preceduta e nutrita, come quel toccante, informe “brusio nella mente” del ricordo di Amelia Roselli. La poesia nomina e restituisce identità e spessore a cose e persone: “Solo con mio padre il nome si accendeva / quando mi chiamava Mariù, nome che canta”. Nomi che “in mezzo al buio ancora luccicano per me” (cfr. “Nommi” p. 178-179). Dichiarazione, questa, che vale per quella che la poeta chiama “Signora Poesia (p. 187): l’unica arte che consente allo sguardo obliquo del poeta di fare emanare dalle parole, incluse le più banali e comuni, spirali di significazioni altre. Gorgo incandescente di lava poetica il libro, che La Vita Felice ci offre per renderci meno dolente l’esistenza, finisce sorprendentemente con versi subito cari per sempre a chi legge: “Perdonami , Signora Poesia,/ adesso, nella settima decade, / ho le lacrime facili – un filo d’erba / che cede al vento, un barcone / allo sbando (fiction alla televisione) – come se questo mondo fosse/ fazzoletto d’addio: / splendente giallo dell’acetosella / contagio di dolore.” (p. 187). Parole che evocano il male di vivere di montaliana memoria, attraverso l’empatica e profonda rivisitazione di una Signora della Poesia qual è Maria Attanasio.
“Paesaggi della settima decade. Interni. Nero barocco nero (1979-2021)”, di Maria Attanasio, La Vita Felice, Milano, 2025, pp. 187, €14,00.
Fonte: Il Sole 24 Ore