Il Lazio traina la nuova ondata di investimenti

Il Lazio traina la nuova ondata di investimenti

Molto Lazio, ma anche Piemonte, Lombardia, Toscana, Puglia e Sicilia. Sono le Regioni dove si concentrano le dieci principali opere finanziate dal Pnrr e attualmente in collaudo. Tra queste, spiccano l’ammodernamento e la messa in sicurezza del fiume Peschiera, in provincia di Rieti, e gli interventi sulle reti metropolitane di Roma (soggetto attuatore Acea Ato 2, cinque diversi lotti per oltre 550 milioni di euro), l’acquedotto della Valle Orco, in Piemonte (soggetto attuatore Smat, con fondi di 235 milioni), la riduzione delle perdite idriche nelle reti fiorentine (Publiacqua, 91 milioni) e milanesi a cui si sommano interventi di sostituzione delle reti e di installazione di contatori intelligenti (Cap Holding, 79,4 milioni). Seguono gli interventi e di interconnessione Fortore-Locone-Ofanto, in Puglia (Acquedotto Pugliese, 97 milioni) e sulla diga Pietrarossa, in Sicilia (Regione Sicilia, 82 milioni).

Le priorità da fissare

Quali priorità andrebbero poste per rendere il settore idrico nazionale più resiliente nei prossimi 10-20 anni, anche alla luce dei trend climatici e delle esigenze emergenti di tutela della risorsa? «La priorità è la capacità di programmare e investire in interventi strutturali di ammodernamento, accelerando la digitalizzazione delle reti e la gestione integrata della risorsa – sottolinea Lorenzo Di Matteo, economista di Ref Ricerche –. Bisogna puntare su soggetti industriali, rafforzare governance e partnership tra territori, e mettere al centro la resilienza contro siccità, alluvioni e cambiamenti climatici. Solo una regia nazionale e una visione a lungo termine possono fare la differenza, superando la logica delle gestioni frammentate».

Le sfide per il futuro

Oltre alla realizzazione delle infrastrutture necessarie al Paese, le sfide per il futuro, che fanno parte di un nuovo paradigma del servizio idrico, sono l’estensione della depurazione ai Comuni sotto i mille abitanti, i piani di sicurezza delle acque per prevenire contaminazioni, i trattamenti per rimuovere microinquinanti presenti nei farmaci e nei cosmetici, e poi la neutralità energetica della depurazione e il recupero di energia e fosforo dai fanghi. «Per agire a 360 gradi serve un programma pubblico permanente. Chiuso il capitolo Pnrr, serviranno oltre due miliardi di euro di investimenti all’anno che servono per dare continuità a quello che è stato avviato con il Pnrr e che ci terrà impegnati per i prossimi dieci, vent’anni. Sono somme che non potranno essere poste a carico della sola tariffa dell’acqua», conclude Di Matteo.

Fonte: Il Sole 24 Ore