Il Mido torna in presenza: in vetrina la filiera dell’occhialeria italiana

I punti chiave

  • La nuova edizione di Mido apre il 30 aprile con 650 espositori da 45 Paesi
  • La filiera corta rappresentato un asset di fronte a ostacoli come pandemia e guerra
  • Digitale e sostenibilità tra i temi chiave della manifestazione

Due edizioni cancellate e una, quella che si apre sabato 30 aprile a Rho, spostata dalla data inizialmente prevista di febbraio a questo weekend a cavallo tra aprile e maggio. Parliamo di Mido, la più importante fiera europea dell’occhialeria, che nel 2020, annus horribilis del sistema moda allargato, avrebbe celebrato mezzo secolo di vita: dopo due anni di format digitali, l’evento torna in presenza, con aziende e buyer da tutto il mondo (Cina e Russia escluse): 650 espositori da 45 Paesi, distribuiti in cinque padiglioni. «La prima edizione di Mido si tenne nel 1970 e tra la fiera e la filiera italiana dell’occhialeria si innescò da subito un circolo virtuoso: Mido è cresciuta di pari passo alle aziende e al settore, che oggi è leader nel mondo nel medio e alto di gamma ed esporta oltre il 90% della produzione», spiega Giovanni Vitaloni, imprenditore del settore e presidente di Mido e di Anfao, l’associazione di settore, aderente a Confindustria Moda.

Rimbalzo post pandemia e traino dall’export Usa

I festeggiamenti per l’anniversario sono stati cancellati insieme all’edizione del 2020 e verranno in parte recuperati quest’anno, con mostre e riconoscimenti alle aziende più longeve: «Nel 2021 il rimbalzo ci ha riportati ai livelli pre Covid e i segnali dal primo trimestre 2022 sono molto buoni – aggiunge Vitaloni –. Lo scenario geopolitico internazionale però è una cappa che avvolge tutto e per qualsiasi settore, compreso il nostro, si traduce in una grande incertezza, per le aziende e i consumatori. L’export verso gli Stati Uniti, storicamente il primo mercato degli occhiali italiani, è in forte ripresa e nel 2021 sono andati bene tutti i mercati maturi, Europa compresa, ma fare previsioni di medio termine non è consigliabile».

La filiera corta come asset contro le incertezze geopolitiche

Un fatto però è certo, dopo due anni di pandemia e quasi due mesi di venti di guerra: «L’occhialeria italiana ha reagito meglio di altri settori del sistema moda anche perché la filiera è di fatto tutta sul nostro territorio, nel grande distretto del Cadore, ma anche in quello, più piccolo, intorno a Varese – ricorda il presidente di Anfao –. Questo ci ha protetto, almeno in parte, dai problemi di approvvigionamento di materie prime dall’Asia e ci sono diverse aziende che, proprio per quello che è successo dal 2020, hanno avviato il reshoring di parte delle produzioni delocalizzate in Asia».

Il futuro tra digitale e green

A Mido torna anche il premio per i format retail BeStore: «L’e-commerce e la digitalizzazione sono importanti, ma in molti, potendo, per l’acquisto degli occhiali, da vista e persino da sole, preferiscono il punto vendita fisico – conclude Vitaloni –. Gli ottici sono una delle grandi ricchezze del nostro Paese e della nostra filiera e pure loro hanno avuto il coraggio di cambiare, innovando le formule di arredo e i servizi». Last but not least, l’attenzione alla sostenibilità, con la prima edizione del premio Stand Up For Green, destinato allo stand che si sarà distinto per l’attenzione alla sostenibilità ambientale.

Fonte: Il Sole 24 Ore