il mondo del lavoro di oggi per Gen Z, Millennial, Gen X e Baby Boomers

il mondo del lavoro di oggi per Gen Z, Millennial, Gen X e Baby Boomers

L’eredità dei Baby Boomer e della Generazione X

Per apprezzare il presente e proiettarsi più saldamente verso il futuro, ha senso iniziare guardando
indietro. I Baby Boomer, nati tra il 1946 e il 1964, sono entrati nel lavoro in un mondo
post-bellico ricco di opportunità. La loro istruzione metteva al primo posto
la stabilità e i percorsi di carriera tradizionali, riflettendo un’epoca in cui un
lavoro era spesso un impegno a vita. Gli anni formativi di questa generazione sono stati
caratterizzati da una costante ascesa nella gerarchia aziendale, guidata dai valori di lealtà e
perseveranza. Secondo il report, ben il 40% dei Baby Boomer continua a non prevedere alcun
cambiamento significativo nel proprio percorso di carriera che vede stabile e chiaro fino all’età
pensionabile.

La Generazione X, nata tra il 1965 e il 1980, è quella che ha vissuto le prime rivoluzioni
tecnologiche degne di nota. La loro istruzione è stata una combinazione di metodi tradizionali e
innovativi, che li ha preparati ad
un panorama lavorativo che iniziava a richiedere maggiore adattabilità. Pionieri di
un mercato del lavoro dinamico, si sono spesso trovati a gestire più ruoli e a ridefinire gli stessi
percorsi di carriera. A dimostrazione della loro perseveranza, i Gen Xers sono altamente capaci di
adattamento, spesso cambiando ruolo (o anche carriera) per seguire l’evoluzione del mercato del
lavoro. Tra gli intervistati, con oltre il 24%, spicca chi almeno una volta si è trasferito in
un’altra città auspicando migliori prospettive economiche.

si è trasferito in un’altra città per cercare prospettive economiche migliori

Millennial e Gen Z, la nuova avanguardia

Con l’inizio degli anni ’80 e ’90 sono sopraggiunti i Millennial. Portatori della rivoluzione di
internet, sono cresciuti con
una visione del mondo modellata da una connettività senza precedenti. La loro
istruzione, intrisa di tecnologia e consapevolezza globale, li ha preparati per carriere tanto
incentrate sulla passione quanto sull’attenzione allo stipendio. A differenza dei loro predecessori,
i Millennial sono entrati nel mondo del lavoro con una maggiore consapevolezza dei concetti di scopo
e allineamento ai valori personali, sia pur non senza dover affrontare un mercato a volte
estremamente tumultuoso. Il report rivela infatti che, oggi, circa un Millennial su due ritiene
prioritario l’equilibrio tra vita privata e lavorativa e la sicurezza del lavoro, riflettendo
l’importanza percepita di una vita professionale in armonia con quella personale.

La Generazione Z, i nativi digitali nati tra il 1997 e il 2010, porta un nuovo insieme di
aspettative.
La loro istruzione integra perfettamente la tecnologia, valorizzando flessibilità e rapida
capacità di adattamento
. All’alba del loro percorso professionale, la Gen Z non cerca
solo “un lavoro”, bensì ruoli che risuonino con i loro valori fondamentali pur offrendo flessibilità
e opportunità di sviluppo delle competenze sin dal giorno zero. Interessante in tal senso è notare
come circa uno su tre degli intervistati che “apprezza l’opportunità di sperimentare con progetti
diversi” appartenga proprio alla Gen Z: più del doppio rispetto ai Boomers.

In un mondo ideale…

In un mondo ideale, in cui la retribuzione non sarebbe un fattore
decisivo, l’equilibrio tra lavoro e vita privata sarebbe comunque il motivo numero uno per
cambiare datore di lavoro. Tutte le generazioni apprezzerebbero allo stesso modo il fatto di
lavorare con persone preziose per la loro crescita personale e professionale. La sperimentazione
e il lavoro con un alto grado di autonomia sono al terzo posto in termini di importanza. Essere
parte di un’organizzazione che ha un impatto positivo sulle persone e sul pianeta è
sorprendentemente l’opzione meno selezionata in assoluto.

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Il lavoro oggi: un misto di influenze generazionali

Il lavoro e il luogo in cui esso si svolge — digitale, fisico o ibrido che sia — è un assortimento di
queste influenze generazionali. Il report Generations debate, che esamina questo paesaggio dinamico,
supporta innanzitutto una teoria, e cioè che
l’equilibrio tra vita e lavoro è il fil rouge che intreccia il percorso di carriera di tutte
le generazioni
. La pandemia, più di ogni altro fattore, ha messo in risalto questa
necessità, rendendo la salute mentale e la flessibilità componenti essenziali per una vita
lavorativa soddisfacente.

Non stiamo parlando di una richiesta da intendere come un premio, infatti, bensì della principale
prerogativa, per tutte le fasce d’età e spesso con un ampio margine rispetto alla seconda ovvero la
a solidità del contratto. Certo è che, in ogni caso, le incertezze legate alle contingenze
economiche e i tassi di inflazione elevati abbiano aumentato l’importanza del senso di stabilità nel
lavoro, e dunque di contratti a lungo termine. È in questo contesto che nasce il concetto di
permacrisi, che descrive
periodi estesi di instabilità e riflette adeguatamente l’incertezza continua a cui i lavoratori
devono sottostare. La questione finanziaria, dunque, è diventata più fondamentale che mai,
con oltre l’80% degli intervistati preoccupato per l’aumento del costo della vita
e costretto di conseguenza ad aggiustare le proprie abitudini di spesa.

si dice preoccupato per l’aumento del costo della vita

Spostandoci sul fronte dello spazio, scopriamo come l’ufficio tradizionale si sia trasformato
rapidamente in un modello a matrice più ibrida, bilanciando il lavoro remoto e in presenza. Tutte le
generazioni riconoscono i vantaggi delle condizioni di lavoro flessibili, pensando al posto di
lavoro fisico meno come ad un obbligo quotidiano e più come un luogo deputato alla collaborazione e
alla creatività.

Assieme ad una rimodulazione dello spazio, anche lo sviluppo della carriera e l’allineamento con i
valori organizzativi occupano un posto centrale nel mondo del lavoro di oggi. Non si tratta più solo
di timbrare il cartellino o pensare alla propria professione come a uno status; diventa sempre più
importante l’apprendimento continuo, ma anche — e soprattutto —
il bisogno di trovare un significato e uno scopo nel lavoro.

I Millennial e la Gen Z sono particolarmente aperti nel dichiarare di voler lavorare per aziende che
riflettono i loro valori, specialmente in materia di responsabilità sociale e ambientale. Il nostro
report, tuttavia, evidenzia come questa sia una priorità più nelle intenzioni che nella pratica:
solo il 15% degli intervistati (tra tutte le generazioni) esprime di aver dato la priorità
assoluta a lavorare per “aziende con un impatto positivo sulle persone e sul pianeta”
,
suggerendo che il benessere personale, la stabilità e la crescita rimangono i fattori chiave.

vuole lavorare per aziende con un impatto positivo su persone e pianeta

La volatilità del paesaggio economico ha spinto i lavoratori di tutte le generazioni a cercare
ulteriori fonti di reddito attraverso lavori secondari o idee imprenditoriali di vario tipo. È un
altro dei punti di interesse evidenziati dal report. La gig economy e le opportunità fornite dalle
piattaforme digitali hanno aperto nuove vie per monetizzare competenze e hobby, fondendo passione e
professione in modi del tutto inediti. Va comunque sottolineato che, per la maggior parte
dei cosiddetti creator,
questo tipo di lavoro rimanga non autonomamente sostenibile, e quindi pur sempre una forma di
side-job
.

Uno sguardo avanti tra aspettative e aspirazioni

Guardando al futuro, le aspettative e le aspirazioni di queste generazioni si manifestano in modo
deciso. La Generazione Z si professa pronta a guidare un cambiamento verso percorsi di carriera
diversificati e flessibili, cercando ruoli che offrano non solo uno stipendio, ma anche una
piattaforma per fare la differenza — sono pur sempre l’avanguardia di una forza lavoro che richiede
responsabilità sociale e ambientale dai loro datori di lavoro.

Gli ingredienti migliori per un’organizzazione di successo in
futuro

Secondo il campione – composto da dipendenti di aziende di varie
dimensioni private e in piccola parte pubbliche e proprietari di piccole imprese – in futuro,
per avere successo le organizzazioni dovranno scovare i migliori talenti del mercato, prestare
attenzione a questioni sociali, ottimizzare le risorse e in ultimo lavorare su nuove idee da
portare velocemente sul mercato.

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I Millennial continuano la loro ricerca di crescita e allineamento con i valori personali. Mentre
assumono ruoli di leadership, portano con sé il desiderio di promuovere ambienti di lavoro
inclusivi, innovativi e dinamici. Ispirati da uno spirito imprenditoriale e con sete di
apprendimento continuo, i Gen Y sono sempre alla ricerca di opportunità di sfida e miglioramento:
secondo i dati raccolti nel report, infatti, i Millennial sono i più propensi a lasciare i
loro posti di lavoro se intercettano migliori opportunità allineate con i loro valori
.

Quanto alla Generazione X e ai Baby Boomer: pur concentrandosi sulla sicurezza del lavoro e la
stabilità mentre si avvicinano progressivamente alla pensione, il 40% dei secondi non prevede
cambiamenti significativi di percorso e rimane desideroso di tenere aggiornato lo sviluppo
professionale e di dare contributi significativi a chi verrà dopo di loro. Nel ruolo di “saggi”,
cercano ruoli da mentore e opportunità di condividere la loro conoscenza e
impegnarsi nella creazione di cultura organizzativa.

Il futuro luogo di lavoro è destinato a essere uno spazio più flessibile e adattivo, con modelli di
lavoro remoto e ibrido che diventano sempre più la norma. I progressi tecnologici continueranno a
ridefinire il concetto stesso di professione, rendendo gli strumenti e le piattaforme digitali
integrate alle operazioni quotidiane e tendendo a promuovere collaborazione, creatività e
produttività: il 21% degli intervistati, infatti, crede che la tecnologia giocherà un ruolo critico
nel dare forma al futuro del lavoro più di ogni altro fattore.

Il futuro degli spazi del lavoro secondo le generazioni

La maggior parte dei lavoratori concorda sul fatto che, nella loro
visione dello spazio di lavoro futuro, gli uffici saranno fortemente influenzati
dall’introduzione dell’intelligenza artificiale e dell’apprendimento automatico e che saranno
progettati per consentire ai dipendenti di raggiungere un livello più elevato di benessere. Un
futuro in cui un ufficio non esisterà proprio, invece, appare ancora lontano.

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Ci sono, da ultimo, i programmi di welfare, che stanno diventando sempre più un fattore decisivo
nelle richieste dei dipendenti di tutte le generazioni. Il rapporto evidenzia che il 60% degli
intervistati valuta meglio le organizzazioni che forniscono benefici completi di welfare, come
assicurazione sanitaria, piani pensionistici e supporto per la salute mentale.

In particolare, la Gen Y e la Gen Z mostrano una maggiore preferenza per i datori di lavoro che
offrono pacchetti di welfare robusti, con il 65% della Gen Y e il 70% della Gen Z che indica
questi benefici come cruciali per la loro soddisfazione lavorativa
: una tendenza che
sottolinea la crescente domanda di programmi di welfare che non solo affrontino le esigenze
sanitarie immediate, ma forniscano anche sicurezza a lungo termine e supporto per il benessere
psicologico.

Fonte: Il Sole 24 Ore