Il Museo Ginori riaprirà entro il 2025. Kering pronto ad ampliare la manifattura

Entro tre anni Doccia potrebbe riaprire il suo storico Museo Ginori. È quanto è emerso dalla presentazione, oggi al ministero per i Beni Culturali, del progetto visivo e del sito web del Museo, diventato di proprietà pubblica nel 2017 e oggi al centro di un ambizioso programma di rilancio grazie all’attività della Fondazione Museo Archivio Richard Ginori della Manifattura di Doccia a Sesto Fiorentino, di cui fanno parte il Comune di Sesto Fiorentino, la Regione Toscana e lo stesso ministero.

A fornire i primi dati sul progetto è stato Tomaso Montanari, storico dell’arte e presidente della Fondazione: «Diventerà una piccola cittadella della cultura, nel cuore del territorio industriale fra Firenze e Prato – ha detto -. Ora dobbiamo partire con i lavori, alla prima fase, che riguarderà due terzi del piano terra, il ministero ha già destinato 1,9 milioni di euro, Per la seconda fase, che riguarderà le restanti parti, occorreranno fino a 3 milioni di euro, che speriamo saranno finanziati al più presto. Nel frattempo abbiamo completato l’inventario degli oltre 8mila pezzi della collezione, costruito immagine visuale del museo e nella comunicazione. E la prossima settimana apriremo intanto il giardino del museo, che sarà uno spazio pubblico, un’anticipazione del museo pensato come bene comune».

Il legame con il territorio è sottolineato anche dalla presenza di un comitato sociale all’interno della Fondazione, aperto alla comunità di Sesto Fiorentino, che ne supporterà l’attività: «Il Museo Ginori non sarà solo un museo di impresa, che racconta il lavoro della manifattura nei secoli – ha notato Montanari -, ma racconterà anche il territorio e il lavoro». Come la cruciale figura di Carlo Andrea Ignazio Ginori, imprenditore illuminato del suo tempo, che per i suoi operai voleva scuole, centri estivi in riva al mare, benessere.

L’edificio razionalista del 1965, progetto dell’architetto Pier Niccolò Berardi, allievo della scuola di Giovanni Michelucci e autore anche della Stazione di Santa Maria Novella a Firenze, ha ispirato anche il nuovo logo del Museo, opera dello studio fiorentino Muttnik. Mentre il sito, dove sono già disponibili mostre virtuali, è firmato da Cantiere Creativo.

«I marchesi Ginori a Doccia nel 1735 diedero vita a una manifattura che seguiva la tradizione della terracotta invetriata dell’arte di Luca Della Robbia, facendone un simbolo del territorio. Alla fine dell’800 visse una prima crisi, che grazie all’intuito di Paolo Lorenzini, fratello peraltro di Carlo, l’autore di Pinocchio, riuscì a superare: Lorenzini contattò i Richard di Milano, dando vita a una nuova industria – ha sottolineato Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana -. La manifattura poi ha ripreso la sua attività, grazie alla nuova proprietà, che addirittura sta pensando a una sua espansione».

Fonte: Il Sole 24 Ore