
Il nuovo corso delle centrali a carbone, tra parchi, hub energetici e tecnologici
Alla fine del 2017 è stata chiusa l’ultima unità di Genova e nel 2019 la centrale di Bastardo in Umbria. Nel 2020 un gruppo di Brindisi Sud e a fine 2021 Fusina. Nel 2024 ha fermato la produzione di energia dal carbone anche la centrale di Monfalcone.
Il parco tra miniera e centrale
Un parco nella vecchia miniera di lignite con annessa centrale, o ancora un polo di turismo sostenibile al posto della vecchia ciminiera è quello del sito di Santa Barbara a Carviglia in Toscana. La nuova vita della miniera, la più grande area mineraria a cielo aperto d’Italia, è fatta di turismo e ambiente. Dove avveniva l’estrazione a cielo aperto della lignite, oggi ci sono percorsi ambienti e impianti forestali, senza dimenticare uno spazio per co-working o una base logistica.
Stop al carbone anche nell’ex centrale Enel di Tor di Sale a Piombino, entrata in servizio nel 1977 e chiamata per l’ultima volta in produzione nel 2012 per poi ottenere nel 2015 il nulla osta alla dismissione da parte del Ministero dello Sviluppo economico. A partire dal novembre 2021 sono iniziate le attività di demolizione nel perimetro di centrale. A ottobre 2024 la demolizione delle due grandi ciminiere alte quasi 200 metri (195 metri ciascuna), svettanti sul golfo della città toscana. La demolizione apre la strada a un progetto di riqualificazione che punta a trasformare un sito industriale dismesso in «un innovativo polo vocato al turismo sostenibile, con numerose opportunità e strutture dedicate all’attività fisica, allo svago e alla nautica».
Il nucleare mai partito
Nel panorama delle “fabbriche dell’energia” c’è anche la storia della centrale Alessandro Volta di Montalto di Castro. Originariamente avrebbe dovuto ospitare un impianto nucleare mai ultimato, poi ha visto lo sviluppo di centrali a olio e a gas, mentre oggi è al centro di un progetti di sviluppo a partire dalle necessità del sistema elettrico e dalle opportunità create dalla transizione energetica.
Da Brindisi a Civitavecchia
E’ un futuro ricco di proposte quello che interesserà l’ex centrale a carbone del porto di Brindisi. Al Mimit sono arrivate 50 manifestazioni di interesse. I progetti riguardano settori chiave come energia da fonti rinnovabili, logistica, trasporti, ICT-datacenter, aeronautica, agroalimentare, turismo, economia circolare, navale e cantieristica.
Fonte: Il Sole 24 Ore