Il Papa riceve il presidente di Palestina: fine del conflitto e conferma della prospettiva dei «due stati»

Il Papa riceve il presidente di Palestina: fine del conflitto e conferma della prospettiva dei «due stati»

Fine del conflitto (che prosegue, nonostante gli accordi) e conferma dell’appoggio all’ipotesi di arrivare alla soluzione dei “due popoli, due stati”. Nell’udienza di Leone XIV al presidente dello Stato di Palestina, Mahmūd Abbās – la Santa Sede riconosce lo Stato – «è stata constatata l’urgenza di prestare soccorso alla popolazione civile a Gaza e di porre termine al conflitto, perseguendo la prospettiva della soluzione a due Stati», riferisce la Santa Sede nella nota in cui ricorda che l’incontro ha celebrato anche il decimo anniversario dell’Accordo Globale tra la Santa Sede e lo Stato di Palestina.

«Preservare lo stato giuridico e storico dei luoghi santi islamici e cristiani a Gerusalemme»

Il presidente Abbas (noto anche con il nome di “battaglia” di Abu Mazen), «ha ringraziato il Papa per il suo sostegno a una pace giusta in Palestina e per i suoi ripetuti appelli ad alleviare le sofferenze del popolo palestinese», riferisce una nota riportata dall’agenzia di stampa Wafa al termine dell’incontro, nel corso del quale il Papa ha rimarcato la necessità di «preservare lo status storico e giuridico dei luoghi santi islamici e cristiani a Gerusalemme» a fronte di «politiche unilaterali che ne minano l’identità e il carattere culturale».

Inoltre Abbas ha ricordato «i profondi legami storici tra lo Stato di Palestina e la Santa Sede e gli sforzi in corso per rafforzare i rapporti dopo il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte del Vaticano e la canonizzazione di due santi palestinesi nel 2014, nonché la firma del Memorandum d’intesa tra le due parti nel 2017», ribadendo «l’impegno a collaborare con il Vaticano per rafforzare la presenza cristiana in Palestina», definita «una presenza autentica e profondamente radicata tra il popolo palestinese da migliaia di anni».

Al centro dei colloqui anche l’escalation in Cisgiordania

Il presidente dell’Anp ha illustrato al Pontefice «gli ultimi sviluppi in Palestina, in particolare la grave situazione umanitaria nella Striscia di Gaza, l’escalation israeliana in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, le difficili condizioni a Betlemme, luogo di nascita di Gesù Cristo, i continui crimini di terrorismo e di espansione coloniale dei coloni, e la violazione della sacralità dei luoghi santi cristiani e musulmani, in particolare nella Gerusalemme Est occupata». La nota riferisce che «il Presidente ha sottolineato l’importanza di preservare lo status storico e giuridico dei luoghi santi islamici e cristiani a Gerusalemme, la necessità di garantire la libertà di culto e la libertà di accesso a questi siti, e la necessità di proteggere la Città Santa da politiche unilaterali che ne minano l’identità e il carattere culturale – si legge nella nota – questo avviene in un contesto di continue violazioni da parte dell’occupazione contro i luoghi santi islamici e cristiani in Cisgiordania, compresa Gerusalemme, così come di distruzione di luoghi di culto nella Striscia di Gaza».

Fonte: Il Sole 24 Ore