
il pianeta extrasolare ghiacciato scoperto dal telescopio italiano TNG
Con questa scoperta si aprono però nuovi problemi, come sempre nella ricerca scientifica: il pianeta deve essere rimasto in uno stato ghiacciato fin dalla sua formazione, e l’età del sistema di pianeti della stella Kepler-10 è stimata a circa 10 miliardi di anni, più del doppio del nostro e certamente più della Terra, di cui stimiamo un’età di 4 miliardi di anni.
Mantenere un intero pianeta ghiacciato per un periodo così lungo richiede condizioni particolari ed estreme, come l’esistenza di un’atmosfera primitiva e la mancanza di una qualsiasi attività geotermica: in pratica un po’ di atmosfera che si ghiaccia per le temperature estreme dell’universo e nessun vulcano, geyser o simile che scalda il pianeta stesso. Sarebbe quindi un water world, un mondo in cui la componente acqua è preponderante.
“L’esistenza dei ‘water world’ è stata prevista teoricamente, ma non ne abbiamo ancora una conferma certa”, ha dichiarato Aldo Bonomo dell’Inaf di Torino, che ha guidato i ricercatori Inaf e universitari di Padova, Torino e Milano, “La prova del nove dell’esistenza di questi pianeti dovrebbe venire dallo studio delle loro atmosfere con il telescopio spaziale James Webb perché ci aspettiamo che essi abbiano delle atmosfere particolarmente ricche di vapore acqueo”.
James Webb, il più potente telescopio spaziale esistente, di Nasa, Europa e Canada sta effettivamente inanellando una scoperta dopo l’altra, date le sue prestazioni eccezionali, impossibili per un telescopio terrestre.
Ad oggi, conosciamo oltre 5.000 pianeti extrasolari confermati, ma molti altri sono in attesa di verifica. Questi pianeti, che orbitano attorno a stelle diverse dal nostro Sole, offrono una varietà straordinaria di caratteristiche: mondi rocciosi come Kepler-452b, giganti gassosi come HD 209458b, e pianeti con atmosfere estreme come WASP-121b.
Fonte: Il Sole 24 Ore