
il piano per riequilibrare la sanità
La spina dorsale dei grandi ospedali italiani si ferma a Roma. I maxi poli di eccellenza della nostra Sanità che curano più pazienti e gestiscono i casi più complessi attirando italiani dalle altre Regioni restano concentrati al Centro Nord. Secondo l’ultima mappa aggiornata messa a punto dai tecnici del ministero della Salute utilizzando tra le altre cose gli ultimi dati delle Sdo, le schede di dimissioni ospedaliere al 2023, su 21 “super ospedali” tra pubblici e convenzionati con il Ssn, soltanto due sono al Sud ben 12 al Nord e 7 al Centro.
A fare la parte del leone è la Lombardia con ben cinque strutture, di cui tre con i punteggi più alti e cioè il Galeazzi, l’Humanitas e il San Raffaele tutti di Milano e dopo l’emiliano Sant’Orsola spiccano anche i tre ospedali veneti (Aou Verona, Sacro cuore Don Calabria e Aou Padova), i tre toscani (Aou pisana, Aou senese e il Careggi di Firenze), i tre ospedali di Roma (Gemelli, Campus Biomedico e San Camillo) oltre ai due piemontesi (Mauriziano e Aou di Alessandria). Mentre sotto la Capitale si segnalano solo due super ospedali tra quelli con più dimissioni ospedaliere che eccellono in base al mix di due indicatori (complessità dei casi trattati per Drg e attrattività) e cioè l’azienda ospedaliera dei Colli di Napoli e la Casa sollievo della sofferenza di San Giovanni Rotondo in Puglia.
Uno sbilanciamento, questo, che incentiva appunto i cosiddetti “viaggi della speranza”, lo spostamento cioè di centinaia di migliaia di pazienti che ogni anno si muovono soprattutto dal Sud al Nord in cerca delle cure specialistiche di cui hanno bisogno, un fenomeno che solo nel 2023 ha sfiorato i 3 miliardi per valore dei ricoveri fuori Regione.
Ecco perché il ministero della Salute vuole correre ai ripari riequilibrando questa sproporzione con una attesa riforma confermata nei giorni scorsi dal ministro Orazio Schillaci a Radio24: “Quando parliamo di riforma strutturale del Ssn è chiaro che va fatta, dopo 47 anni deve essere ammodernato rispettando i principi base di universalità e gratuità delle cure. Abbiamo preparato due collegati alla finanziaria, uno che presenteremo a breve e riguarda il riordino delle professioni sanitarie e l’altro sul rafforzamento della rete ospedaliera e della rete territoriale, questo serve per rendere più efficiente il sistema”.
Un restyling del Ssn, quest’ultimo, che partirà appunto dalla rete ospedaliera per arrivare alla riforma dei medici di famiglia e che potrebbe vedere la luce subito dopo l’estate sotto la forma di un Ddl delega: l’obiettivo è creare una rete di «ospedali nazionali di riferimento» di terzo livello che potranno contare sulle ultime grandi attrezzature mediche d’avanguardia e sul personale sanitario di cui hanno bisogno senza paletti e tetti alle assunzioni grazie ai finanziamenti che arriveranno direttamente da Roma e non più solo dalle Regioni a cui oggi afferiscono non senza qualche problema soprattutto lì dove c’è un piano di rientro.
Fonte: Il Sole 24 Ore