Il pomodoro italiano alla conquista dell’Australia, che non conferma le misure antidumping

Il pomodoro italiano alla conquista dell’Australia, che non conferma le misure antidumping

Nonostante il calo di performance del player australiano, il commissario non si è detto però convinto che le importazioni considerate oggetto di dumping abbiano causato un danno materiale all’industria del Paese (requisito necessario per imporre misure anti-dumping ai competitors italiani). Inoltre – sebbene stabilito che tutti gli esportatori italiani avessero ricevuto sussidi – i margini per tutte le aziende esaminate sono stati ritenuti “trascurabili”.

Arrivati a questo punto, l’indagine proseguirà fino a conclusione: le aziende coinvolte sono invitate a rispondere entro i primi giorni di dicembre prossimo, poi l’Anti-Dumping Commission invierà le proprie raccomandazioni definitive al ministro per l’Industria e l’Innovazione entro il 28 gennaio 2026.

La “querelle” italo-australiana sul pomodoro non è storia di oggi. L’Autorità di Canberra presidia scrupolosamente la propria filiera e i contenziosi non mancano: nel mirino, in particolare, i sussidi europei riservati alle nostre filiere.

Nel 2017 l’Australia ha revocato (in un caso) e sensibilmente ridotto (in un secondo caso) le misure antidumping sulle conserve rosse – avviate su istanza di un’azienda australiana di proprietà della Coca Cola – riconoscendo che gli aiuti riservati dalla politica agricola europea al pomodoro da industria italiano non fossero distorsivi del mercato.

Rispetto all’indagine in corso, Robert Iervasi, ad Spc Global, si è detto «rispettoso, ma deluso dai risultati iniziali». «Esamineremo in dettaglio la Dichiarazione dei fatti essenziali – ha aggiunto – e continueremo a collaborare in modo costruttivo con la Commissione durante le restanti fasi dell’indagine».

Fonte: Il Sole 24 Ore