il potere del disaccordo costruttivo e delle alleanze

il potere del disaccordo costruttivo e delle alleanze

Harvard Business Review ha dedicato l’intero numero di marzo/aprile 2022 al tema della gestione di team polarizzati e fortemente radicati nelle loro posizioni. “Managing a polarized workforce” era il risultato di studi e osservazioni sul campo che mettevano al centro come i diversi “credo” antitetici ed opposti possano influire negativamente sul lavoro, non soltanto rispetto al clima e al benessere organizzativo, ma anche sul business.

Dopo il movimento #Meetoo e Black Lives Matter e alla luce di un attuale dibattito politico americano alquanto acceso e divisivo, diventava necessario – già allora e predittivo della situazione attuale – riflettere e studiare, anche nel settore del business, l’importanza e le conseguenze che i conflitti latenti e non gestiti hanno anche al di fuori delle relazioni familiari, affettive ed amicali.

Una chiave di lettura unanime è stata proposta da sociologi, psicologi ed esperti di risorse umane, ovvero il disaccordo costruttivo basato sul sincero sforzo di comprendere le prospettive della controparte può rappresentare una svolta nella cultura aziendale e non solo. In buona sostanza, si può essere d’accordo di non essere d’accordo, tuttavia, al termine del dibattito ciascuno ha appreso cose nuove, sconosciute all’altra persona. Per citare la nostra Marianella Sclavi, “se vuoi comprendere quel che un altro sta dicendo, devi assumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti a vedere le cose e gli eventi dalla sua prospettiva”.

Negli ultimi anni i dibattiti, le iniziative, i percorsi formativi e di change management proposti alle persone all’interno delle organizzazioni sulle tematiche DEI sono stati davvero importanti. Inutile dire che la gravitas con cui sono stati affrontati è stata molto diversa. Oggi però, possiamo constatare che siamo solo agli esordi di un cambiamento culturale e quindi nulla è ancora consolidato. Tra le tematiche più faticose, spesso affrontate in maniera divisiva e quindi polarizzata, c’è quella legata ai generi.

Fonte: Il Sole 24 Ore