
Il Regno Unito cerca talenti dall’estero: «Tassa zero per profili specializzati»
Ridurre la tassa per i lavoratori stranieri qualificati e agevolare il loro ingresso nei settori della scienza, dell’ingegneria e della medicina.
È la strada tracciata dal governo britannico di Keir Starmer per «attirare le migliori menti» da tutto il mondo e, quindi, stimolare la crescita economica del Regno Unito.
Una decisione opposta a quella degli Stati Uniti. Venerdì 19 settembre, infatti, il presidente Donald Trump ha introdotto una tassa da 100.000 dollari sui visti H-1B, quelli per i lavoratori specializzati arrivati da un Paese straniero. Per il segretario al commercio Howard Lutnick, è stato un messaggio alle aziende – soprattutto dell’industria tecnologica, che si affida a dipendenti cinesi o indiani – per assumere cittadini americani in posizioni senior.
In quel momento, negli uffici del Tesoro britannici, dove in realtà si parlava già di strategie per importare accademici e scienziati, è arrivata la decisione di accelerare. L’obiettivo, ha detto un funzionario al Financial Times, è di «dare il via all’idea di ridurre i costi a zero. Stiamo parlando di persone che hanno frequentato le prime cinque università del mondo o hanno vinto premi prestigiosi».
Starmer ha creato una task force per i «talenti globali». A capo, il suo consulente Varun Chandra e il ministro della Scienza Patrick Vallance. Al momento, il visto ha un costo di almeno 700 sterline per domanda, ai quali va aggiunto il supplemento sanitario all’anno. L’introduzione è arrivata cinque anni fa, nel febbraio del 2020, e nei primi tre anni, come riporta il governo britannico, sono stati concessi 12.243 visti.
Fonte: Il Sole 24 Ore