Il ritorno in gran spolvero dei CCCP

Il ritorno in gran spolvero dei CCCP

I Cccp fedeli alla linea sono tornati. E in gran spolvero. E “l’ultima chiamata” all’Auditorium del parco della musica di Roma (pieno), nonostante il cartello con la scritta “-6” non ha certo il sapore di un addio. Sul palco c’è il punk filosovietico dei fedeli alla linea perché “in fede la linea c’è”. E Giovanni Lindo Ferretti, senza dire una parola tra un brano e l’altro, emoziona il pubblico con il repertorio che ha caratterizzato la stagione del gruppo di Reggio Emilia.

Band capace di mettere assieme musica e “teatro d’avanguardia”, Punk e misticismo. E quindi “tu menti” e “madre”. Stati di agitazione e “Libera me domine”. Sul palco, Massimo Zamboni alla chitarra, le performance di Danilo Fatur, l’artista del popolo che con cerchioni di bici o altri utensili propone le sue coreografie.

Onori di casa da Annarella Giudici, la benemerita soubrette che presenta, incanta e poi danza tra un cambio d’abito e l’altro, regalando un “costume” per ogni brano. Chi si aspettava una reunion all’insegna della nostalgia cambia presto idea. Sul palco, così come tra il pubblico, c’è l’energia. E il teatro che il gruppo emiliano regala.

I brani sono quelli storici, in qualche caso rivisitati. Da Guerra e pace, sempre attuale, a Stati di agitazione, passando per Noia e Mi ami, Per me lo so. Non manca Manifesto e neppure Radio Kabul rivisitata e attualizzata con riferimenti anche al conflitto Internazionale con “un russo nel Donbass”. Alcune strofe della versione italiana di Bang bang servono per anticipare la più movimentata Spara Yuri e, sotto una cappa di fumi rossi, Emilia Paranoica.

Fonte: Il Sole 24 Ore