Il successo netto di Alcaraz: continuità nell’efficacia. Sinner scarico al servizio

Il successo netto di Alcaraz: continuità nell’efficacia. Sinner scarico al servizio

Tre finali Slam (Parigi, Wimbledon, New York), tre partite diversissime quelle tra Alcaraz e Sinner. Ieri a Flushing Meadows non abbiamo visto il match al cardiopalma del Roland Garros, né quello di Londra, combattuto pur senza essere altrettanto teso. Il successo in quattro set sul cemento americano, grazie al quale lo spagnolo è di nuovo numero uno del mondo, è parso netto, a parte la fiammata nel secondo set strappato da Sinner (è finita 6-2, 3-6, 6-1, 6-4). E lo è stato per varie ragioni. Certamente per il servizio inefficace dell’italiano, la cui percentuale di prime palle ha raggiunto un misero 48 per cento.

Spagnolo potente a aggressivo

Troppo poco con un avversario aggressivo e potente come Alcaraz, che ha potuto orchestrare il suo gioco al comando per la maggior parte del tempo, procurandosi undici palle break (Jannik è stato anche bravo a neutralizzarne sei). Al contrario, l’italiano ne ha avuta a disposizione solo una, che ha sfruttato nel secondo parziale: altro dato molto significativo, che dice sia delle percentuali decisamente migliori dello spagnolo al servizio (61% di prime, dieci ace e neanche un doppio fallo) sia della prova opaca di Sinner in risposta, di solito un’arma sulla quale può contare anche a fronte di battute molto pesanti.

 Il risultato è che l’italiano ha giocato quasi sempre in debito di ossigeno, patendo da fondo, cercando di spezzare il ritmo con incursioni a rete, non riuscendo a contrastare le variazioni di gioco di Alcaraz. Il quale ha alternato le sue solite bombe di dritto a felpati rovesci in back, molto redditizi, e a qualche palla corta. Soprattutto non ha sofferto di quei passaggi a vuoto che a volte gli fanno smarrire non un game, ma addirittura un set. La continuità nell’efficacia del talento di Murcia è stata letale: 42 vincenti (contro i 21 di Sinner).

In ogni caso entrambi paiono decisamente distanti dagli altri giocatori del circuito e non è un caso che quest’anno si siano spartiti due Slam a testa (l’altoatesino ha vinto in Australia, oltre che a Wimbledon). La stagione è ancora lunga, già li aspettiamo nelle prossime prove (e guardiamo con fiducia alle Finals di Torino, dove Jannik è matematicamente qualificato).

Fonte: Il Sole 24 Ore