
Il testosterone di Rampazzo – Il Sole 24 ORE
Dall’immaginario dei giovani autori finiamo per attenderci distopie climatiche o digitali, relazioni nate e morte sulle chat, spaesamenti identitari. Per fortuna non mancano le sorprese e Hystrio Festival, che ha animato in questa settimana le sale dell’Elfo Puccini di Milano con spettacoli e letture, è una buona occasione per ricredersi.
Nel fitto programma – animato da una crescente attenzione alle scritture di scena – si è fatto notare tra gli altri Riccardo Rampazzo, venticinque anni, un recente diploma alla scuola Silvio d’Amico e i ricordi lontani del mercato ittico di Chioggia che frequentava da bambino; la sua creazione (a cura del collettivo Lidi Precari) è arrivata a Milano dopo aver convinto la giuria di “Mittelyoung”, una sezione dello storico Mittelfest di Cividale del Friuli dedicata per intero agli “under 30”.
L’impronunciabile titolo dello spettacolo di Rampazzo è C19H28O2, cioè la formula chimica del testosterone; i fratelli protagonisti della storia sono due giovani pescatori immersi in scure atmosfere lagunari, in bilico tra le concrete sfide del mestiere, i conflitti famigliari, e le difficoltà di avvicinare e comprendere un universo femminile che pare più sfuggente di una balena bianca. Teneri, goffi e violenti, i due sono un perfetto esempio della mascolinità che sente di perdere il dominio e che compie atti disperati per recuperarlo.
A dire il vero nella drammaturgia di Rampazzo c’è molto di più di quanto il titolo e le note di regia promettono, occhieggiando al tema à la page del patriarcato visto dagli occhi di un autore maschio. C’è, innanzitutto, una generazione che cerca un posto nel mondo tra i rottami lasciati dai padri: la barca diviene il simbolo di un’eredità ambivalente, di un mestiere ricevuto come un’opportunità ma percepito come una catena. C’è poi una ricerca tutt’altro che banale sullo stile (il testo, nella sua versione integrale, è reperibile anche su RaiPlaySound) in una felice alternanza tra slanci poetici e linguaggio quotidiano, e ancora tra dialoghi e didascalie che scandiscono le azioni come se fossero viste da lontano, spaesate nel tempo e nello spazio. A rappresentare in scena i due fratelli in cerata impermeabile gialla, quasi un Vladimiro e Estragone marini, sono due compagni di Accademia di Rampazzo (Leonardo Cesaroni e Paolo Sangiorgio), accanto alla desiderata e contesa Anna (Sara Younes). Il palco, scuro come l’acqua nelle notti di pesca, è rischiarato appena da fari maneggiati a vista, mentre i microfoni vengono battuti come casse, fino a produrre una opprimente colonna sonora. Il festival chiude oggi con la serata del Premio Hystrio, con uno spazio dedicato anche a giovanissimi attori selezionati da tutta Italia: le voci di una generazione che scava per capire chi è, da dove viene, e chi può ancora diventare.
Fonte: Il Sole 24 Ore