il torneo di calcio che guarda al futuro

il torneo di calcio che guarda al futuro

Non è ancora tempo di pensionare Kylian Mbappé, ma sabato 28 giugno a Pechino si è giocata una partita che potrebbe segnare il futuro del calcio: quattro squadre di robot umanoidi si sono sfidate in un torneo tre-contro-tre alimentato dall’intelligenza artificiale. Il match, parte di una competizione universitaria, ha visto i robot inciampare goffamente e crollare a terra, regalando siparietti più simili a una gag che a un’azione calcistica. Due “giocatori” sono addirittura stati portati via in barella dopo aver perso l’equilibrio senza riuscire a rialzarsi.

La competizione, organizzata dalla startup Booster Robotics di Cheng Hao, ha visto la vittoria del team THU Robotics dell’Università Tsinghua, che ha battuto 5-3 nella finale la squadra Mountain Sea dell’Università Agricola Cinese. Le squadre si sono distinte per la capacità di personalizzare i movimenti e le reazioni dei robot grazie ai propri algoritmi, dimostrando come il calcio possa diventare un terreno di prova unico per le sfide della robotica bipede. Cheng ha sottolineato che “gli sport offrono uno scenario dinamico e imprevedibile, ideale per migliorare l’agilità, la coordinazione e la capacità di prendere decisioni rapide dei robot”.

Ma la posta in gioco va ben oltre lo spettacolo: secondo un recente rapporto di ABI Research, il mercato dei robot umanoidi potrebbe superare i 17 miliardi di dollari entro il 2027, spinto dalla crescente domanda in settori come la logistica, l’intrattenimento, la sanità e la sicurezza. Inoltre, la RoboCup Federation – la competizione internazionale che fin dal 1997 organizza veri e propri mondiali di calcio tra robot – si è data un obiettivo ambizioso: schierare, entro il 2050, una squadra di robot umanoidi in grado di sfidare e battere i campioni del mondo umani.

Secondo alcuni esperti sentiti dal South China Morning Post, il calcio robotico potrebbe diventare uno strumento per stimolare l’interesse dei giovani verso le materie STEM (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica) e abituarli a interagire in modo sicuro con sistemi autonomi complessi. Ma per un “derby” uomo-robot alla pari bisognerà attendere ancora: come mostrato dalle immagini del torneo, al momento i robot sono più inclini a “tuffi” goffi che a scatti degni di un attaccante professionista.

Fonte: Il Sole 24 Ore