«Illusioni perdute», un intenso melodramma tratto da Balzac

Xavier Giannoli adatta Honoré de Balzac: si tratta della sfida più ambiziosa del regista francese, che ha portato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia il suo nuovo film, «Illusioni perdute», tratto dall’omonimo romanzo del grande autore transalpino.

Ambientato nella Francia del XIX secolo, il film racconta del giovane Lucien, aspirante poeta che si trasferisce dalla sua cittadina di provincia a Parigi. Le sue illusioni, però, si scontreranno con la crudele realtà della capitale francese post-Restaurazione, dove l’unica legge è quella del vendere e del comprare a più non posso.

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Alla Mostra di Venezia Xavier Giannoli aveva già presentato in passato alcuni film riusciti e interessanti, «Superstar» e «Marguerite», ma in questo caso riesce a superarsi con una pellicola che rimane fedele allo spirito del testo originale, un’opera che lo stesso regista ha definito capace di rivelare la matrice del mondo moderno, il momento in cui un’intera civiltà era sul punto di cedere alla legge del profitto.Costantemente accompagnato da una voce narrante che guida lo spettatore e rivelerà la sua identità soltanto nel finale, «Illusioni perdute» è un film che, pur seguendo traiettorie narrative già viste, è in grado di appassionare il pubblico grazie alla notevolissima cura formale.

Ottimi tempi di montaggio

La confezione è infatti priva di sbavature, con tempi di montaggio praticamente impeccabili e movimenti della macchina da presa semplici ma efficaci nel rivelare la grandissima attenzione che il regista ha dato a ogni inquadratura.

Mostrando intrighi, amori, passioni e dolori del giovane protagonista, Giannoli offre una panoramica credibile e collettiva della Parigi dell’epoca, raffigurata con sguardo cinico ed empatico allo stesso tempo.Il risultato è un melodramma d’altri tempi, intenso al punto giusto, capace di regalare diverse sequenze di grande impatto emotivo.

Fonte: Il Sole 24 Ore